giovedì 16 maggio 2013

La Grande Opera ( Meditazione I )

                                    

         

Al di sopra di noi, nelle sfere eterne dalle quali prorompono Luce e Vita, regna il

mistero, insondabile e splendido, dell’ASSOLUTO.

L’Assoluto avvolge il nostro essere come un involucro e delimita l’ambito ristretto

dei nostri precisi concetti; in ogni cosa egli ha impresso la sua somiglianza.

Tenebre, Ignoto per quelli che non hanno la Scienza, egli non è che un velo che

ricopre la Causa Prima, e si solleva davanti agli Iniziati.

Beato colui che l’avrà saputo strappare prima dell’ora:

giacchè la Luce che conoscerà non l’abbaglierà con la sua visione inattesa.

Ma coloro che si saranno consumati in un timore inesistente troveranno il Guardiano

della soglia stessa a scartarli.

Alla vista di quello che essi non avevano supposto o appena presentito,

precipiteranno annientati nelle profondità, dove, non avendo più coscienza di sè,

perderanno la propria entità.

Oh! la pochezza, e la piccolezza dei dotti in così decisivo momento. Qual rimpianto

per gli atti non compiuti, per i progetti non eseguiti!

Non potendo riparare alle omissioni e agli errori, in che misura accettare —

imperfetti, incompleti, impuri — il loro stato definitivo!

Seguimi dunque, Discepolo mio, nella Via dell’Assoluto, che t’insegnerò; seguimi, e

io ti prometto che un giorno cingerai la tua fronte con la Corona di Luce, col

Diadema d’Oro dei Saggi, riservato a coloro che, durante la loro vita, avranno

realizzato l’Opera che riassume tutte le opere.

Molto si parla e si è parlato della Grande Opera. Alcuni propongono di dedicarvisi,

ma ben pochi lo fanno.

Dicono: «Più tardi, quando avremo agio e calma necessari, ci impegneremo». Ma

l’agio e la calma non vengono mai; sino a che giunge il momento supremo, quello in

cui l’Assoluto ci richiama a sè, poiché siamo suoi, ed allora è troppo tardi.

Passare su questa Terra senza aver decifrato l’enigma, senza aver penetrato il segreto

inesprimibile che alcuni, fra i nostri avi, conobbero. Forse lo potrai tu, tu che hai

sollecitato la Sapienza fra tanti che non l’hanno fatto.

La Grande Opera! La Grande Opera! Vocabolo prestigioso! Fulgido Splendore.

Alcuni, nelle età passate, avrebbero dunque contemplato questa meraviglia,

l’avrebbero posseduta completamente, e tu, tu la lasceresti insoluta nei libri?

Nell’aldilà, con la pienezza della tua lucidità percettiva, vedrai la falange trionfante

dei Sapienti inondarsi di una gioia radiosa, sperdersi nella beatitudine e nella felicità.

Dilettarsi, nutrirsene per l’Eternità, mentre tu non avrai alcun posto in questo

banchetto.

Udrai le bianche teorie degli Iniziati gridarti, come Dante:

« Guai a Voi Anime Prave non isperate mai veder lo Cielo! », mentre

s’allontaneranno per sempre nella Luce e ti lasceranno solo, in seno alle tenebre

crescenti, mentre il loro sinistro diazoma si stenderà attorno a te.

Sia questo pensiero sufficiente ad ispirarti disgusto per la tua negligenza del

Magistero dei Saggi.

Piaccia a Dio che non sia troppo tardi, e che ti possa trovare non lontano dalla Via

che ti introdurrà alla compiutezza.

Se l’ascesi non ha inizio nella adolescenza è dubbio che tu possa mai pervenire alla

perfezione. E’ in questo senso che Nicolas Valois ha detto: «La Primavera precede

l’Opera». E San Tommaso D’Aquino: «Nei primi giorni è importante alzarsi di buon

mattino per vedere se la vigna è in fiore ».

                                              

Meditazione I

Il Soggetto dell’Arte

L’alchimista Nicholas Valois ha detto: « La Scienza dei Filosofi è la conoscenza della

potenza universale delle cose ».

Nella notte oscura dell’anima tua hai aspirato talvolta, o mio Discepolo, ad una Luce

incommensurabile che verrà, in un giorno lontano e indefinito, ad illuminare la tua

miseria.

Hai sognato, visione confusa, d’allegria e d’armonia sovrumana, d’onniscenza, di

illimitata potenza.

Hai intuito lo splendore, al di là delle tenebre e della cupa tristezza del caos ove

confusamente ti agiti.

Ed ecco che la linea d’orizzonte della tua vita s’imporpora e ti lascia intravedere

qualcosa di meglio, di più perfetto.

Sii solerte a dirigerti verso questo indeciso bagliore. Seguilo, è la Stella dei Magi che

si leva per te e ti condurrà, se non la perderai mai di vista al Maestro del Mondo.

Lasciato a te stesso, sei caratterizzato dal disordine delle idee e degli atti. Il rimedio

specifico per questo disordine è di rientrare in te stesso.

Questo rientro esige lo sforzo di una volontà continua e tenace. Lo sforzo di una

Volontà continua e tenace necessita di una regola di vita.

La regola di vita comporta una serie di atti spirituali che bisogna compiere

scrupolosamente.

La prima norma, che riassume tutte le altre, sta nel completo disinteresse prestato alle

parole e agli atti della gente.

Che l’indifferenza sia per te come una magica cappa con la quale avvolgerti; ecco la

chiave della vita magica.

Liberati dalle contingenze. Liberati da ogni hylophilia. Racchiuditi nel tuo pensiero e

nella tua Scienza. Sii il solitario, il vero Monias; fabbricati una cella nel tuo Cuore.

Accettare una vita oscura, quando si è affamati di Gloria è il sommo della perfezione

alchemica; così, rigorosamente, i Santi hanno compiuto la Grande Opera.

L’ideale che ti sei creato è un regno nel quale sei sovrano maestro; cosa desideri di

più?

Tu sei Re quando i troni crollano! Tu sei il Sacerdote nel momento in cui le ierofanie

vacillano.

Disprezza la folla, disprezza il popolo, disprezza la massa; fuggi le facce patibolari.

Solo l’essere d’eccezione è degno del tuo interesse.

L’espansione popolare non è da considerare se non è gerarchizzata. Una folla

disciplinata ha costruito il monumento occulto per eccellenza, il monumento che non

getta ombra: la Piramide; le folle indisciplinate non hanno mai saputo che gridare e

saccheggiare, cosa che è alla portata di tutti; vuoi tu aggiungerti, semplice unità, a

quelli? Rinuncia allora alla Grande Opera, la Via dell’ASSOLUTO non s’aprirà mai a

te.

Voler possedere la Sapienza e al contempo l’approvazione della gente è cosa assurda

e derisoria.

L’agire sta anche nel «non-agire», ha detto Lao-Tse; non dimenticarlo. Quando fuori

la folla urla e battaglia tu, Discepolo mio, veglia sull’Athanor della tua anima e non

immischiarti nelle lotte.

Se non provi alcuna pena nell’ignorare quello che si pensa e quello che si dice di te,

coraggio! hai già progredito nella Via dell’ASSOLUTO. La reputazione non è niente;

solo la testimonianza della coscienza importa. A cosa ti serve il passare per Santo, se

non hai la pace Ermetica nel tuo Cuore?

Bisogna, seguendo la Scala Philosophorum, cominciare l’Opera quando il Sole è in

Ariete e la Luna nel Toro.

Ripley ed il Rosario ci assicurano che è necessario un anno per ottenere la Pietra

Filosofale in tutta la sua stabilità e fermezza. Bernardo il Trevisano vi aggiunge sette

giorni.

Comprendi e medita queste parole. Sforzati di sviluppare le forze latenti che

sussistono in te. Ordina la tua vita seguendo le arcane norme. Tu sei la materia stessa

della Grande Opera: fatti candido, spiritualizzati, purifica la tua astralità, svincolati

dalle ombre Cimmerie.

Ma se preferisci abbandonarti all’azzardo degli avvenimenti, piangi senza speranza;

non conoscerai che l’insuccesso e le disillusioni e non entrerai mai nell’assemblea dei

Filosofi.

  Tratto Da La Grande Opera Grillot de Givrì
 
 

                                                   



 

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