La Luce della Luna
sarà come la luce del Sole, e la Luce del Sole sarà sette volte più luminosa di
adesso.
Per parlare di Magia, bisogna prima
di tutto parlare di Magia sessuale. Ora, diranno con tutta probabilità alcuni,
la questione è quella di sapere se esiste davvero la magia. A questa domanda,
tuttavia, non rispondiamo o, meglio, la consideriamo risolta; risolta nel modo
che segue: riguardo la magia, così come per altre cose del resto, due categorie
di persone si offrono all’osservazione:
A. – Quelli che negano a priori, alzano le spalle e, sicuri di
essere sicuri che sono sicuri, tirano dritto gettando su quelli che ammettono o
soltanto sono possibilisti degli sguardi carichi della stessa commiserazione
che un Creso potrebbe provare nei confronti di un singolo quattrino. Costoro,
che siano o non siano tartufati di diplomi o lardellati di cultura (e se ne
trovano sia tra gli ignoranti che tra i colti) hanno in comune la facoltà di
giudicare senza appello in virtù di capacità mentali ed intellettuali che
presumono di possedere in misura considerevole.
Si può spiegare a questa gente che la loro facoltà di giudizio non deriva
per nulla dalla riflessione logica ma solo, al contrario, sia da “acquisizioni
mnemoniche”, nozioni raccolte al “datemi quella” di letture o conversazioni
registrate senza esame né controllo; sia dalla coincidenza di associazioni di
parole o di idee, di concatenazioni e sconcatenazioni, reazioni, scivolate,
grippate e automatismi dell’intelletto? No, certamente no, nulla di ciò
riuscirebbe a penetrare nei loro bastioni di certezze sclerotizzate. Questi
categorici, come quasi sempre succede ai categorici, sono dei fissati. Questi
arroganti sono delle mummie orrendamente strette dalle bende di un sapere con
cui non ci si deve vestire o spogliare ma nutrirsi per vivere …
Lasciamo quindi senza rimpianti questi negazionisti alle loro negazioni e
al loro stesso nulla. Si considerano uomini ma sono soltanto degli automi. Non
pensano né sarebbero in grado di farlo. Essi ripetono. Proprio come i
gira-dischi!
B. – Quelli che si sono posti la domanda in buona fede, che l’hanno
studiata con altrettanta buona fede e che, anziché decretare che non c’è nulla
dietro il palcoscenico, l’hanno alzato ed hanno scoperto che qualcosa c’è.
Bacone, per esempio, Dante Alighieri, Goethe, Joseph de Maistre, Novalis,
Ballanche, Balzac, Victor Hugo o Pasteur che disse: “La magia è il retroscena
che sta dietro le cose e, senza di essa, non saremmo in grado di spiegare
alcunchè”.Non citeremo,
beninteso, né Maometto, né Mosè né lo stesso Nazzareno. Quest’ultimi non
avevano del resto oltrepassato l’ambito della religione, cioè un livello molto
primitivo dell’evoluzione umana e non potrebbero avere delle competenze e
un’autorità paragonabili a quelle di un fattorino o di un farmacista dei nostri
tempi né, soprattutto, di un professore di Facoltà come Lévy-Bruhl… (La
Mentalità Primitiva).
Dovremo però convenirne, noi lo speriamo del resto: la compagnia di qualche
primitivo che citeremo non dovrebbe essere poi così cattiva, a prima vista. In
ogni modo, cercheremo di non accontentarcene …
L'epoca in cui viviamo oggi, dominata dal pensiero occidentale
materialista e individualista, in India è chiamata Kali
Yuga ed è l'ultima Era delle quattro previste dalla tradizione indù.
L’eros è la via che più si addice
all'uomo che vive in quest'epoca che non è quella del puro distacco,
bensì quella della conoscenza, del
risveglio, del dominio delle energie segrete racchiuse nel corpo. La
magia sessuale è proprio quell’insieme
di discipline adatte per l'essere umano che vive nel Kali-Yuga, strettamente
connesso con il corpo, che non può prescindere da esso.
Ogni pratica sessuale, infatti, non ha come fine quello di rinunciare
al mondo, bensì quello di sentirlo con pienezza e
integrità. Per troppi secoli la vita dello spirito e quella ordinaria
sono state tenute ingiustamente separate. La corretta consapevolezza, su ogni
aspetto della magia e della sessualità,
pone fine a questa dicotomia. Il cammino magico richiede forza e una
personalità integra, ottenuta con
costanti e attente pratiche preliminari.
Ci sono molti differenti sentieri spirituali, alcuni gentili, come la
pioggia primaverile, altri, come tempeste estive selvagge che scuotono,
distruggono, creano, rinnovano e infondono gioia, creatività
e
beatitudine. A voi la scelta. “
Ciò che
Voi chiamate” spirito” in questa, esperienza denominata Vita, si è fatto Carne,
per conoscere e sperimentare, piaceri e
dolori, attraverso i quali può ritrovare lo stato Reale e immanente
della Natura Unica e facilitare così la presa di Coscienza di Se stesso. Per
Noi, è pura insensatezza, trionfo dell’ipocrisia, abominio dell’Anima,
mortificare la carne, o privarla di quei piaceri, che vissuti con la giusta
consapevolezza e pienezza, sono in grado non solo di soddisfare e illuminare il
corpo, ma anche la mente e lo spirito.
La creatività nel comportamento implica il superamento della morale
sociale tradizionale, la
trasgressione, la destrutturazione di abitudini e concezioni, l’apertura
alla meraviglia, il superamento
della coscienza ordinaria, la capacità di creare e di partecipare alla
creazione divina permanente.
Siamo invitati a coltivare le nostre capacità, a realizzare la nostra
individualità unica ed irripetibile. La
coltivazione delle esperienze estetiche ed erotiche facilita
l’attenuazione dell’ego e la scoperta di una
diversa percezione della realtà. Si scopre, dentro di noi e fuori di
noi, una realtà infinitamente più
piacevole, beata e misteriosa.
“Da qualche decennio stiamo cercando con ogni mezzo di liberarci da un
lato da un materialismo
sfrenato e dall'altro da tradizioni religiose stantie. Toccati dall'onda
della liberazione sessuale, siamo ora
travolti dal ritorno imponente della spiritualità nei suoi più svariati
aspetti. Le proposte di "crescita personale"
si moltiplicano sino al delirio. Oggi abbiamo il nostro sciamano, il
nostro maestro spirituale, il nostro
terapeuta, il nostro esperto in cristalli-tarocchi, la nostra veggente,
il nostro medico cinese o tibetano,
esattamente come tempo fa avevamo il nostro medico di famiglia e a volte
il nostro psicanalista. La New
Age ha creato dei "collages" intertradizionali, riuscendo così
a ridurre correnti mistiche autentiche alla più
illusoria e insipida delle misture. Fortunatamente sono arrivati i
tibetani col loro sorriso, il loro senso
dell'umorismo, il loro rigore e la loro profonda saggezza; così come i
maestri sufi, zen, indù, amerindi e
delle diverse scuole buddhiste, che si sforzano di far conoscere le loro
meravigliose tradizioni
rispettandone l'autenticità.
Le scuole più segrete si sono aperte un cammino sino all'Occidente. I
praticanti del Dzogchen, i
Bon-po, i Naths, gli Advaita e gli Agorà sono tra noi. Maestri autentici
e ciarlatani sono allegramente gli
uni accanto agli altri. I seminari ed i ritiri si susseguono in tutta
Europa.
Impariamo a camminare sul fuoco o a comunicare con gli spiriti, a
meditare immobili per dodici ore
al giorno, ad entrare in trance, a respirare come uno yogin, ad assumere
le posture, a scoprire il nostro
corpo e i nostri sensi, ad avere orgasmi "tantrici", a
recitare mantra, salvo cadere nelle ragnatele sempre
più invisibili delle sette, presenti ovunque per strumentalizzare il
nostro anelito verso l'assoluto e
trasformarlo in una triste alienazione delle libertà fondamentali.
Riceviamo iniziazioni, ci facciamo
"aprire" i chakra, titilliamo la Kundalini, ripetiamo formule
della Cabala, veneriamo tutte le divinità della
terra, parliamo con gli angeli, reinventiamo quel poco che sappiamo
delle tradizioni trasformandole in un
prèt-à-porter usa e getta. Ma fondamentalmente cerchiamo sempre la
stessa cosa: come integrare
l'esperienza della vita sociale occidentale con una coscienza più
profonda che ci porti felicità e ci riconcili
con le
emozioni e la sensorialità.
Desideriamo una via che non sia incompatibile con la vita, una vita che
non sia incompatibile con la
via. In altre parole aneliamo all'integrazione armoniosa dello
spirituale e del materiale in una via
accessibile e non troppo "esotica" dal punto di vista
culturale. Vogliamo giungere alla pienezza senza
nulla negare della meravigliosa effervescenza della vita, desideriamo
una gioia sottile e toccante che ci
porti a sperimentare in modo totale la realtà. Guardandoci intorno
vediamo persone che si gettano a
capofitto in una ricerca edonistica del piacere, che cercano di vivere
le loro passioni, e a volte ci
riescono, che si aggrappano disperatamente al mondo materiale e
finiscono per toccare
un'insoddisfazione cronica che li spinge ad una ricerca sempre più
nevrotica. Queste persone sono
spesso egoiste e creano problemi a chi le circonda, ma ci capita di
invidiarle segretamente, perché
immaginiamo siano libere. Fanno risuonare in noi un'aspirazione naturale
e innata al piacere. La loro
vitalità dirompente ci tocca, anche se poi non esitiamo a condannarli.
Alcuni di loro sono favoriti dalla
grazia ed arrivano a scoprire una sottile forza vitale all'interno del
piacere edonistico. Alcuni sono grandi
filosofi.
All'estremo opposto troviamo persone affascinate da una ricerca
spirituale che provano a purificarsi
dai desideri e dalle passioni tentando di ridurne l'impatto sulla loro
vita quotidiana. Li chiamiamo saggi, o
esseri sulla via della saggezza e loro dichiarano con fierezza di
appartenere ad una scuola spirituale.
Osservandoli bene insieme all'austerità possiamo cogliere anche segni
di aridità di cuore e del corpo, una
certa mancanza di spontaneità.
Un alone di paura verso la donna permea il loro essere. Danno la
sensazione di essere sottoposti a
tensioni eccessive, la loro virtù suona fasulla. La loro tolleranza ha
dei limiti, spesso sono un po' fanatici
e tutto fa pensare ad un equilibrio precario: una bella tentazione
basterebbe a farli vacillare proprio verso
quella ricerca nevrotica del piacere che tanto condannano negli altri.
Alcuni riescono ad eliminare le
passioni, trovando una specie di grazia e realizzando così la promessa
degli insegnamenti. Il nostro retaggio
culturale e religioso sembra dirci che dobbiamo fare una scelta: la
spiritualità a scapito del corpo o il corpo
a scapito della spiritualità. … E’ raro che la sola ricerca edonistica o la ricerca spirituale
nell'abbandono
del corpo ci conducano alla felicità, all'armonia, alla gioia. Quasi
sempre il linguaggio dei mistici tende a
integrare il vocabolario della passione e dell'innamoramento all'aspetto
spirituale, commistione che lo
rende sconvolgente agli occhi dei puritani. Nelle nostre tradizioni
occidentali abbiamo condannato molti
esseri appassionati, uomini di Dio o di scienza, filosofi o artisti. Il
divorzio contro natura tra sensoriale e
spirituale crea profondi turbamenti nei sostenitori delle due correnti.
Per poterle sperimentare entrambe,
tradizionalmente dedichiamo a ciascuna un periodo della nostra vita. Con
un sorriso disincantato
autorizziamo i più giovani a tentare la passione, il desiderio, la
sensorialità, sapendo che un giorno
saranno come noi, stanchi e saggi per obbligo. Alcuni si accaniscono in
questa ricerca e sono
condannati senza pietà da coloro che li stanno aspettando nei loro
ranghi sull'altra sponda. Passata la
quarantina, un breve sussulto di passione si impadronisce delle persone,
che poi ricadono sfinite, vittime
della
disapprovazione generale. Qualche volta questa passione le resuscita e le porta
alla felicità.
La concezione, comune a tutta la filosofia orientale, secondo la quale
'maschio e femmina sono una cosa sola' o meglio sono aspetti diversi della
realtà, il cui compito e destino è quello di ricongiungersi per fare nuovamente
'l'esperienza della totalità che si rende uno'. Su questa concezione di Fondo
cui intendere l’esperienza sessuale si differenzia spesso l’approccio
occidentale da quello orientale. Mentre nel primo si ricerca l'unione uomo-donna
'perché fa bene' o 'per vivere una vita equilibrata e felice', nel secondo
sistema, la motivazione è assai più profonda, vitale.,
e. quindi, diremo, capace di suscitare ben altre energie. L'unione profonda tra
maschile e femminile, che va molto al di là del piacere, va ricercata infatti
in quanto esperienza di totalità, di comprensione dell'esistenza, e del suo
senso. Che è la ricomposizione, attraverso l'unità uomo-donna, della totalità
universale maschile-femminile, yin-yang. Senza quella ricomposizione
l'universo, e non solo quello psicologico del singolo essere umano, ma il
mondo intero, anzi tutti i mondi, appaiono scissi, sterili, sofferenti
e improduttivi. Questo collegamento,
tra la vicenda sessuale di ogni singolo essere umano e la vicenda del
cosmo, è caratteristica specifica
della, visione legata alle pratiche di magia sessuale del mondo Egizio
e di quello orientale in generale,e differenzia grandemente gli esercizi di
tali pratiche da quelli, apparentemente simili, della sessuologìa occidentale.
Per stabilire questo collegamento tra l'uomo, il cosmo e la sua
energia, vengono utilizzati in tutti gli
esercizi due strumenti specifici di queste pratiche, e propri delle
tecniche orientali di introspezione e
trasformazione psicologica. Essi sono i mantra, e cioè la recitazione
di formule dotate di una particolare
sonorità, a seconda dell'esercizio che si compie, e gli yantra, e cioè
visualizzazioni particolari del proprio
corpo, di quello del partner, delle lettere che compongono il mantra o
di altre formule. Attraverso questi
strumenti il singolo essere umano si collega a campi di energìa, anche
sessuale, disponibili al di là dell'Io
per chi abbia l'intenzione, la pazienza e le tecniche per raggiungerli.
La concezione orientale, della realtà è,
come è noto, essenzialmente energetica, l'orientale ha sempre visto ciò
che in Occidente veniva chiamato
realtà come dei campi di energia, e ha sempre pensato che fosse la
densità e l'intensità di aggregazione di
queste energie che differenzia la realtà materiale dai fenomeni
psichici. Questa visione del mondo è stata
nell'ultimo secolo per molti versi confermata dalla fisica
contemporanea, postatomica, che guarda alla realtà come un campo di energia.
Ecco quindi l'uso, essenziale in queste pratiche, dei mantra e degli
yantra. Se la realtà è un campo di
energie 'vibranti', allora, come si osserva, ogni 'forma di vita segue
il ritmo delle vibrazioni' e i
mantra sintonizzano la mente con le vibrazioni di quelle forme di vita,
riproducendone la frequenza per
aprire i chakra, i punti del corpo attraverso i quali scorre energia
psichica. Al di là del lato tecnico, pur
interessante, di come certi suoni mettano, in particolari situazioni, i
chakra corrispondenti in grado di fare
il loro lavoro di trasmettitori di energia, ci sembra interessante
notare come il mantra (ma prima di esso
l'atteggiamento complessivo del praticante) colleghi il singolo
soggetto a qualcosa che esiste al di fuori di lui, nel mondo e nell'universo.
I simboli
yantra, contenuti inoltre nel simbolismo del rito, possono utilmente supplire
al
depauperamento simbolico dell'occidentale contemporaneo. Nel controllo
dell'orgasmo lo yantra diventa
la visualizzazione del mantra corrispondente. In questo caso è il suono
e la sua immagine simbolica ad
avere quella funzione di sviluppo di energie e di collegamento con i
campi di energie transpersonali di
cui parlavamo prima. Nel trasferimento dell'energia sviluppata
sessualmente su altri obiettivi, ciò che
viene visualizzato è la descrizione in parole dell'obiettivo da
raggiungere. E poiché la parola è simbolo,
rispetto al desiderio diffuso e indifferenziato, ci sembra che anche
qui lo yantra funzioni come sviluppo di
quella capacità di simbolizzazione che fa dell'uomo non la cieca preda
delle proprie pulsioni, ma il lucido
veggente del loro significato simbolico, che a quel punto può farsi
obiettivo di realizzazione personale e
transpersonale.
“La maggior parte delle tradizioni legate alla magia sessuale, parlano
di un potere che è parte integrante
dell'organismo psichico umano. Questo potere è riferito alla «donna
interiore», o
Kundalini Shaktì, ed è raffigurato come un serpente velenoso
attorcigliato. Normalmente questa
potenza latente può agire positivamente o negativamente, sia in modo
creativo che distruttivo.
Kundalini può essere inteso su entrambi i livelli, sia fisico che
metafisico. La radice del termine,
Kunda (significa «pozzo») e la Kundalini del mondo è un pozzo infuocato
di elementi primordiali al
centro della terra. Questa Kundalini terrena pulsa con frequenza
regolare e occasionalmente causa
disastri sotto forma di terremoti e eruzioni vulcaniche.
L'energia sessuale non è che energia vitale che sta avvoltolata e
dorme, come un serpente —
Kundalini — alla base della colonna vertebrale (muladhara) cioè intorno
alla zona del sesso (più
precisamente, fra il sesso e l'orifizio anale). Svegliarla per emettere
il seme significa impiegarla a
fini prevalentemente genesici, e questo è un legittimo impiego;
svegliarla invece senza però
emettere il seme (la teoria, come si vede, tiene soprattutto conto
della situazione maschile) significa
produrre una trasformazione di energia, qualora l'energia, salendo per
il simbolico doppio canale del
sushumna, si diffonda a poco a poco per tutto il corpo attraverso i
centri (chakra) o plessi
(considerati per lo più cinque) ne apra i petali, e salendo fino al
loto dai mille petali, situato
alla sommità della testa, determini una amplificazione di tutto
l'essere, che, infine, liberandosi
di ogni limitazione in un'apertura illimitata, può giungere al samadhi,
cioè all'immedesimazione
cosmica con tutte le creature e tutto l'esistente, fondendo il sé
particolare con il Sé universale,
che si rivela come
l'unico Essere, l'Uno, il Brahman.
Può sembrare strano che la cosiddetta spiritualità indiana riveli un
aspetto così legato alla
materia. Senonchè la verità è che quando si raggiunge il livello
dell'Uno ogni dualismo fra materia e
spirito svanisce, l'apparenza materiale esterna del corpo e del mondo
scompare come antitetica, e
diviene solo immagine proiettata dall'interno vuoto cosmico, nella
fusione del sesso
supremamente avvertita secondo quel disparire di ogni senso di
esternità o alterità, che
D'Annunzio felicemente definì "sensualità rapita fuor dei
sensi". In essa Purusha e Prakriti
(spirito e natura) sono completamente scomparsi come due, fusi nella
realtà superiore, anzi
suprema dell'Uno,
Brahman-Atman, Purushottama.
Così, le parole di un detto
popolare tantrico ci ricordano la Forza e le Grandi Potenzialità di
questo caro Serpente: «Non esiste nulla, in questo mondo come in quell'altro,
che sia al di là del dominio di Kundalini».
Con questo
vogliamo far capire che per Noi, non si può parlare di Magia, se non si parla
di Magia Sessuale, e che questo non è inteso solo come le potenzialità,
scaturenti da pratiche direttamente sessuali, ma si vuole sottolineare che quell’impulso,
nascente da un eccitazione, che se canalizzata nei giusti tempi e modi, è un
ottimo pneumatico in grado di illuminare, elevare e ispirare non solo le arti
occulte ma anche qualsiasi forma di Arte. E’ la musa ispiratrice che stuzzica
l’ardore dei poeti, è l’ispirazione che porta all’illuminazione, è l’estasi del
Istante in Cui Tutto E’, e chi non riconosce questo, non può far altro che esser
una persona grigia e triste,la cui logica ci sfugge, ombrata dall’ipocrisia
dell’Ignoranza.
Quindi
abbiamo voluto iniziare questa serie di articoli sulle basi di quella che si
può chiamare Magia, con quello che per Noi, è la Radice, di Ogni
manifestazione, e di Ogni possibilità, in grado di Collegare l’essere umano con
il Divino, mettendo subito le carte in tavole, essendo chiari sin da Subito,
che l’ipocrisia, la castità e la rinuncia, sono per Noi, Eresia e sacrilegio, e
saremo Felici, di perdere tra i nostri lettori coloro che ancora sono legati ad
un mondo di paure e privazioni, offendendo ogni giorno se stessi e la divinità
che dorme in loro, mortificando la carne, la mente, privandola del pensiero
originale, e conducendo una vita di rinuncia aspettando una ricompensa che mai
avranno in un paradiso che non esiste, mentre attendono il giudizio di un povero vecchio dio cieco e
morente, che aspetta invece timidamente il giudizio dell’umanità.
Quindi se
Siete tra queste persone, non ce ne vogliate, non spendete altro tempo,
nell’esoterismo tanto meno nelle scienze occulte, perché non arriverete da
nessuna parte, e l’unico risultato cui potete sperare di ambire è non sortire
alcun effetto sperando che la vostra mente e l’ombra della divinità che in voi
albergava abbiano pietà della vostra stoltezza, in caso contrario perdereste la ragione e non
solo.
Se invece
fate parte di quegli uomini e donne che in queste parole hanno sentito vibrare
l’Emozione del Vero o del Possibile, che nelle Nostre umili Parole, trovano
spunto per riflettere, e specchio della loro Essenza, allora prego siate i benvenuti tra quelli che sono sul Sentiero
giusto, il Sentiero del Cuore.
Lo scopo del’uomo che percorre questo sentiero è di ottenere da se stesso,
tanto fisicamente che mentalmente, e tanto quantitativamente che
qualitativamente, un rendimento migliore, più concreto e costante.
Numerose metodiche gli si prospettano, messe a disposizione da opere
librarie, da scuole o istituti la cui pubblicità, così spesso estremista,
affligge i giornali, preludendo così agli ingorghi e poi ai “blocchi” che
provocano nello spirito dei loro allievi. Quasi tutte queste metodiche si
richiamano alla volontà e mirano, da una parte, a modificare il carattere dello
studente, dall’altra a dotarlo di grandi massime e di piccole ricette
teoricamente in grado di determinare, in una qualsiasi testa di rapa,
l’emersione di idee degne di un Pasteur, di un Einstein, Michelin o Boussac… ma
il nostro uomo ha compreso che la volontà è uno strumento terribilmente
logorante e incerto, che esige sforzi privi di qualsiasi gratificazione, e che
di conseguenza è preferibile far ricorso a strumenti più efficaci, suscettibili
di un vero rendimento, all’immaginazione per esempio.
L’immaginazione può risultare estremamente pericolosa, come tutti
sapranno. Da ciò, senza dubbio, la sua cattiva fama e la diffidenza che ispira.
Spesso l’immaginazione implica il delirio e la rovina. Ma, giustamente: come
può possedere il potere di attrarre il peggio senza avere anche quello di
attirare il meglio. Gli ermetisti – quelli veri, dell’antico Egitto – ne
avevano fatto un senso, una specie di radar che allungava le sue antenne al
limite estremo del futuro per divinare l’avvenire.
Balzac vi vedeva, come Pasteur, Newton, Hugo e molti altri, l’unica fonte
di tutte le scoperte, invenzioni o imprese. Anatole France diceva: “si è grandi
grazie ad essa”. Chi dunque si rifiuterebbe di ammettere che è la madre di
tutti i miti in cui l’umanità da sempre rintraccia i propri ritmi e cadenze di
vita?
Riguardo gli individui, il segreto della sua prodigiosa azione è questo:
mette in movimento gli ingranaggi dell’inconscio. Chi può pertanto dubitare,
dopo Freud, Adler e Jung, che questi meccanismi siano davvero i più importanti
e decisivi in noi?
E’ probabilmente per questo, che un bambino, è forse in grado di operare le
più prodigiose magie, inconsapevolmente, solo abbinando il desiderio con
l’immaginazione; mentre tanti autoproclamatisi maghi e ierofanti l’unico prodigio
cui sono in grado di produrre è l’ilarità generale?
Nei prossimi Articoli dedicati alla Magia, cercheremo di analizzare, cosa
questa sia davvero, come funzioni e cosa ci si possa aspettare da pratiche di
questo tipo. Ci limiteremo sempre a fornire una visuale su un mondo tanto
vasto, quanto l’immaginazione, e tanto Reale quanto la vita di ogni Giorno.
Non entreremo in particolari di rituali che a nostro parere servono solo
per confondere o causare danni in chi si avvicina a questi temi, fornendo un
immagine spesso e volentieri diametralmente opposta a cosa sia davvero il mondo
delle Arti Magiche.
In fine, ricordiamo a Tutti, cercatori , sperimentatori, operatori, più o
meno avanti nella Via, che coloro i quali nei secoli hanno raggiunto risultati
notevoli in tali pratiche, hanno proceduto per lo più a tentoni, provando e
osando. E che l’immaginazione, la Fantasia, e il coraggio, sono i tre
ingredienti essenziali per riuscire, a tal proposito bisogna considerare tutti
i trattati di magia, e gli arcani grimori, come diari personali di operatori,
nei quali sono stati annotati, spesso in codice per scampare a qualche rogo, i
fallimenti e le conquiste, che non
necessariamente, sono valide per qualunque operatore anzi che per un altro. Per
tanto, prendete spunto dalle letture, pesate le informazioni con il cuore e con
la mente, dopo averle fatte vostre, iniziate, provando, ad agio, senza
strafare, ma con Passo sicuro e a Testa Alta, senza Paura.
Chi saprà trovare la Fiducia in Se stesso, per procedere con passo fermo e
fiero, in territorio straniero, nulla ha da temere, se saprà vedere. Vedere in
Se stesso, la Vittoria e il Successo.
Hermes Princeps,
Post tot illata generi humano damna,
dei consigio:
Artisque adminiculo,
medicina salubris factur heic fluo.
Bibat ei qui potest :lavet, qui vult:turbet,
qui audet:
Bibite Fratres et Vivite.
I F.^. e le S.^. dell’Antico e Mistico Ordine
Osirideo Egizio. Posti al Grande Oriente Ermetico Egizio.
Con l’approvazione del ‘Arcano Sinedrio dei
Saggi. Con l’amorevole Benedizione di Chi occhio profano non Vede, ma , il Cui
Occhio Tutto Vede.
Zenith di Roma Templi Universi Est in Amore Igne Natura Renovatur Integra (Azoth = A
+ Alpha e Aleph, e poi Zeta + Omega e Thau) Haum – Ha!
Om- Phat”! .^. M.B. A^A