“Ora, io penso che questa
posizione possa, al contrario, essere un punto di partenza che può ben essere
simboleggiato dal piano di separazione dell’olio dall’acqua che colui che è in
basso, nella mischia, nell’umanità, è il supremo mentre per colui che è veramente
distaccato dalla vita, dal “cerchio”, questo piano può essere il punto di
partenza per una nuova vita, è, dunque, il suo punto più basso”. Questa vita è
il regno dell’iperbole che, come dicevano i Greci, è “Madre, sorella e figlia
di se stessa; e l’attività disinteressata, la libertà” (Lettere di J.Evola).


Questo è, ad
esempio, il possibile e tanto atteso Messia degli Esseni, e degli
Ebrei. Così abbiamo un Egregore divino per ogni Culto religioso, per ogni
Razza; come ne abbiamo uno, Magico, per la Tradizione Cosmico Planetaria, che
travalica ogni Religione Particolare. Il
Dio egergorico è, quindi, una Forma-Pensiero artificiale,fatta nascere e
crescere nel tempo, dalla concentrazione, pilotata, di una generazione di
devoti e seguaci dopo l’altra. Le Entità astrali della ritualistica magica,
posseggono un’esistenza indipendente, come Forze- pensiero o Elementi di natura.
Ogni oggetto inanimato, possiede, difatti, un livello di coscienza
molto basso, che può essere elevato e stimolato, con il porvi
continuamente attenzione, e tramite lo psichismo di chi lo sta “caricando”;
con la propria dedizione. Ben presto, quell’oggetto diviene il ricettacolo di
uno “Spirito” Elementare, corrispondente, per potenza, alla carica
proiettata su di esso. L’ulteriore attenzione dedicatagli, eleva l’embrionale
consapevolezza dell’oggetto, fino a darle la consistenza di uno Spirito Semplice;
la cui venerazione, ripetuta nel tempo, da parte di più
individui, può evolversi in un nucleo di consapevolezza divina. Le
Forze
Elementali, o “Spiriti” della Natura, associati al manifestarsi della
forza vitale, per mezzo della materia organica, sono stati venerati dagli
antichi come divinità minori; o come spiriti guardiani di luoghi,
fonti, alberi, laghi, e fiumi sacri. Tali forze; sono in grado di farsi
percepire ed interpretare, come immagini archetipiche. L’ Egregoro non ha un’esistenza organica
maggiore, sul piano materiale, che in quello astrale, poiché essa non si
concretizza che attraverso l’adesione passiva, di molti esseri umani, alle
opzioni forti; già scelte intenzionalmente dagli Iniziatori che hanno attivato
il Patto egregorico. La Realtà astrale, nasce e si mantiene con
l’onda di influenza stessa, che il primo centro materiale, propaga e diffonde.
Quest’onda, prende un’esistenza reale, dal momento che continua ad agitare e
muovere il suo proprio centro di propagazione, e vi sussiste tanto più
durevolmente, in quanto contiene sempre più energia, incontrando sempre minori
resistenze, nel supporto psichico delle proprie maestranze consapevoli, e delle
loro inconsapevoli vittime esterne. E’ così che le Società Segrete,
Sacerdotali, Templari, o Magico rituali, a forte coesione razziale, e con
un’animazione fluidica molto viva, continuano a vivere astralmente; molto tempo
dopo che la loro azione si è spenta sul piano materiale. Se interviene su
quest’ultimo, un raggruppamento collettivo identico, o a morfologia psico -
simile, l’Egregore può continuare ad alimentarsi; ed a crescere indisturbato. L’Ebraismo,
di cui il Cristianesimo giudaico e l’Islam non sono che delle frange
riformiste, e scismatiche, ha il proprio Egregoro esclusivo in JAHVE’; e
combatte quindi, necessariamente, tutte le formulazioni egregoriche divine delle
altre razze, etnie, e popoli. Per questo motivo gli dei chiedono di essere
adorati e pregati come le visioni olografiche delle “madonne” varie, hanno
chiesto agli ingenui pseudo veggenti nelle apparizioni di Fatima, Lourdes, Medjugori.
Il Messia invece per queste religioni, il così detto verbo fatto carne altro
non è che la personificazione dell’egregore, che da semplice egregoro simbolico
grafico sigillico diviene materialmente “incarnato”. Questo può avvenire
attraverso diverse pratiche delle quali alcune richiedono il concepimento di un
Figlio nel quale attraverso una serie di atti rituali durante il concepimento e
le prime fasi della gestazione si invita l’entità egregorica ad occupare o
diciamo anche possedere, il corpo del nascituro. Ne deriverà un essere
esteriormente umano e internamente posseduto anzi che da un anima ed uno
spirito da una forma egregorica. Tale circostanza può in rarissimi casi anche
verificarsi senza la volontà cosciente di un qualche abile operatore che
coinvolga tutte le energie mentali e fluidiche dei credenti o dei partecipanti
al culto egregorico, quindi anche senza l’esecuzione delle operatività rituali
su menzionate. In questi casi, la Forma egregorica che ha raggiunto una
evoluzione e potenza tale da svincolarsi dalla Volontà dei suoi Ministri o
creatori e iniziare ad operare con una sua Volontà. Per non sprecare l’energie psichiche e
fluidiche in altre forme egregoriche o in immagini e oggetti che possono essere
posseduti alla bisogna da elementali vaganti, si sono ben guardati i primi
ministri della mistificazione dal proibire la così detta idolatria;
naturalmente il tempo, la mediocrità e l’avidità mista all’ignoranza hanno
creato mille altre piccole forme idolatre di sottoculti dediti ai santi o forme
simili. Questa rete di voci, attive, apparentemente innocue, i cui significati
sembrano chiari e stabili, è la fucina verbale in cui, i fabbri teologali,
forgiano le chiavi del proprio potere: di soggezione collettiva. Con semplici
parole, dalla cifra archetipica, opposte ed estranianti: Alto e Basso, Cielo
e Terra Dio e Uomo, Bene e Male, Noi e gli Altri, la casta sacerdotale
avalla il suo diritto a sovrastare, e gestire, un intero pianeta di schiavi. Le religioni collettive, sono sempre
state delle contrattazioni con una Entità sovrastante: accordi fra il potere
sacerdotale e forze elementari, naturali o cosmiche; uno scendere a patti, più
o meno vantaggiosi e legalmente precisi, per ottenere, da questi Elementali,
elevati al rango divino, e nutriti come Api Regine, protezione, sicurezza e
potere di dominio sugli altri uomini: resi fuchi e operai dell’Alveare
societario. La domanda fondamentale che l’uomo si pone: A che scopo vivere
se poi si muore? Trova, in ogni religione essoterica, la sua risposta
egregorica; che chiama in causa, di volta in volta, un Entità a sua misura e
necessità: un Elementale divinizzato, che ha bisogno dell’uomo, per sfruttare
materialmente il mondo; e glielo concede, in temporanea mezzadria, in cambio di
venerazione e sacrifici; cioè di nutrimento energetico: mentale, psichico, e
fisico. La vera “Religione”, o forse
bisognerebbe chiamarla in tutt’altro modo per cominciare ad uscire dagli
ingannevoli schematismi del duale, è invece, un Atto individuale, che
restituisce al gioco teatrale del vivere, la sua funzione di auto-gnosi
individuale, e di mezzo per far emergere, nello spazio scenico del mondo,
riflesso speculare del proprio spazio psichico, interiore, la Presenza vivente,
attiva, e parlante, del proprio Daimon; o Io Essenziale individuato: il Dio in
Noi. Solo quando siamo Attori del nostro Idios Daimon, e mettiamo in scena la
nostra particolare Religio individuale, cessiamo, finalmente, di essere gli Agiti o
gli Esagitati delle religioni collettive. In Greco, Theatron, è
parola composta da Theos e Tron, che significa, letteralmente Luogo di manifestazione del Dio. Teatro
è dunque, ogni luogo di emersione, estrinsecazione e celebrazione del Daimon:
ogni spazio in cui si dia vita alle sue manifestazioni espressive, e in cui si
ascoltino, con attenzione, i suoi suggerimenti. Teatro è, perciò, l’intera
esistenza individuale. L’esperienza dell’incontro, e del colloquio con il Dio
interiore, può essere, o meno, condivisa pubblicamente, ed agita ritualmente,
come testimonianza del legame vivente fra l’uomo e il suo Compagno Spirituale Eterno;
ma non è mai un fatto collettivo nel senso di un Credo Uniforme Omologo e
Dogmatico comunemente imposto ed accettato.
Eccezion fatta per i culti di
stampo misterico gnostico pagano o quelli tribali, nei quali ciascun individuo
porta nella festività simbolica, o ricorrenza pubblica la sua presenza,
esperienza ed energia che sia mentale o fisica, mettendola a disposizione della
comunità per un fine comunemente condiviso e accettato, del quale beneficiarne
tutti in egual misura. Che questo sia l’assicurarsi un abbondante raccolto,
l’evitare una carestia o il raggiungimento dell’illuminazione attraverso un
evento comune, come erano i Misteri di Eleusi ad esempio; non importa
l’importante è che non vi sia mai una posizione gerarchizzante, un dogma
imponente e un credo uniformemente classificante e dogmatico. Dio Individuale
ed egregore collettive, rese Divinità Esclusive dalle religioni organizzate,
sono due realtà diverse e contraddittorie: incompatibili. Il Teatro del Daimon
non è, e non sarà mai, la Liturgia delle Chiese, delle Sinagoghe, delle
Moschee, o dei Templi. I suoi Riti, e le sue emozioni, espandono l’Attore che
li compie: il Genio e la psiche che li condivide; e non nutrono, invece, larve
estranee, o famelici egregori elementali, resi onnipotenti da caste
sacerdotali, che hanno patteggiato, con esse, il proprio potere temporale, e la
propria durata; in cambio di un perenne nutrimento energetico, ottenuto a spese
altrui. Le grandi religioni fondano, con i loro Libri Sacri, un Genere
Letterario fanatizzante, che si basa non su una Saggezza acquisita, tramite
l’esperienza diretta, ma su un’Ideologia strutturata sul credere, e non sul
sapere; una Fede in una meta-storia di propria invenzione, da sostituire con
disinvoltura alla Storia Vera; e alla vera prassi Theo- gnostica. Tutto il
delirio profetico, delle tre religioni semitiche, nasce dall’esclusione
dell’epifania divina nell’individuale, e dall’equivoco ebraico: fra Gnosi
erotica del Daimon, e Conoscenza carnale di Jahvè. Purtroppo piaccia o
dispiaccia ai loro fedeli e seguaci,, lo stesso Deus Improbabilis delle rivelazioni
profetiche: occulto Signore delle caligini, dei roveti ardenti è, per ovvia
estensione, e triste rivelazione anche dio dei Roghi e del’inquisizione,
signore dell’ Inferno sulla terra e degli ignoranti. Non è infatti un caso che
molte cacce all’eresia condotte dalla chiesa di Roma e che hanno versato fiumi
di sangue hanno avuto come obbiettivo la repressione di ogni forma di
Conoscenza o sapienza e chiunque si è permesso di formulare idee proprie e
magari di ipotizzare che la terra fosse sferica anzi che piatta, è stata
spedito subito al rogo reo di essersi svegliato dal torpore della cieca fede e
ignoranza e di essersi posto una domanda, cercando da solo una probabile
risposta. Vogliamo ricordare ai Nostri lettori che ogni popolazione che è stata
colonizzata da questa macchina, per usare i loro stessi termini “diabolica”, ed
è stata privata della propria identità, cultura e delle proprie conoscenze, un
vero e proprio abominio che, se la storia non avesse preso una piega
inaspettata, grazie ad una serie di interessi convenuti nei pensatoi massonici
ed in altre società segrete, adesso sarebbe stata forse in risolvibile. Ci
stupisce il fatto che un’incommensurabile numero di persone creda ancora oggi ad
una storia vecchia di secoli, foriera di ogni menzogna pregna di una becera
metodologia di asservimento mentale per la quale da secoli una casta
sacerdotale, misogena e mediocre tiene sotto scacco milioni di decerebrati;
attraverso un ricatto paradossale di un millantato premio post mortem in cambio
di una vita di rinunce e restrizioni, oppure di una punizione di sorta che
giunga inesorabile dopo il trapasso per tutti coloro che si sono lasciati
corrompere dal Vizio del Vivere. E pensare che fino a qualche secolo fa,
c’erano persone, tra quelle più facoltose e acculturate disposte persino a
pagare a peso d’oro un eventuale indulgenza che li assolvesse dai peccati della
Vita ricevendo così in cambio l’agoniato premio dopo la morte. Ed una casta
settaria e sacerdotale che ha potuto perpetrare per secoli, omicidi, saccheggi,
lavaggi del cervello circonvenzioni di incapaci, torture, impiccagioni, stupri,
sequestri di persona, distruzione di opere d’arte, attentato al progresso
dell’umanità, corruzione di minori, oggi si sente ancora in diritto di
giudicare, classificare e condannare i nuovi gruppi spirituali, magici, o
esoterici; magari bollandoli come sette eretici o Criminali? Ma da quale
pulpito dei più mediocri e ipocriti viene la predica? Naturalmente la posizione
delle altre Religioni non è dissimile da quella cattolica, e dalle altre due
sorelle semite, delle quali i ferventi e infervorati credenti che tanto si
odiano hanno in comune più di quanto mai
potranno credere. Il
Criminale, in greco è l’Adikema: colui che, senza morale, consuetudine, uso,
dis-obbedisce ai valori definiti dalle leggi comuni; egli è Atopos:
senza luogo; privo di una possibile collocazione sociale, che non sia quella,
appunto, del criminale. Crimine e delitto, sono quindi, per prima cosa, una
reazione che svaluta le regole sociali; criminale è chiunque reagisca,
rinnegando l’uso e le norme, dettate dalla collettività. Ogni delitto
evidenzia, perciò, in chi lo attua, una forte componente di consapevolezza
individuale, ed una sensibilità contrariata dalle regole comuni. Proprio
l’esperienza criminosa, attiva aree psichiche meno anguste ed incomplete di
quelle che, con i loro limiti, la rendono necessaria.
Il reato, la reazione,
cessano solo se diventano inutili per l’individuo cosciente, che ha ormai
superato quel livello. Ogni disobbedienza, che la società definisce
criminale, attua, invece, una valida trascendenza dal mancato discernimento
collettivo, stimolando, fuori da quei limiti, un ampliamento dell’Io
individuale, che, reattivo ad una mancanza, si induce, inevitabilmente, a
colmarla. Come l’esteso contiene il limitato, così anche la coscienza
individuatasi in un Io Essenziale, comprende, in sé, tutte le manifestazioni
progressive dei livelli collettivi inferiori e superiori; ed i loro rispettivi
superamenti. Essa ingloba ogni Azione ed Esperienza, riassumendo e trascendendo,
nel suo attuale livello, l’intero iter di coscienza della specie umana. Senza
paure, condanne, o ripulse, l’Io essenziale cosciente, comprende e giustifica
tutto ciò che gli necessita e, attuando la Volontà del proprio Dio Interiore,
ne fa un Volere che agisce illimitatamente: al di là del Bene e del Male.
Spetterà poi all’individuo assumersi la conseguenza delle sue azioni nel bene e
nel male, riuscendo così a plasmare la sua Vera identità che comprenderà in sé
diverse sfaccettature del possibile. Se seminando Male questi soffrirà allora
dovrà fare i Conti con la sua Coscienza e modificare il suo comportamento, se
invece questi ne trarrà piacere, allora spetterà al’effetto delle sue azioni
impartirgli l’insegnamento e questo inesorabilmente giungerà, magari sottoforma
di qualcuno che viene a vendicarsi di un torto subito, o subendo a sua volta lo
stesso tipo di azione inferta ad altri. E’ facile reprimere il proprio
comportamento affidando ad un mucchio di dogmi e leggi la propria condotta Di
Vita, senza prendersi neanche la responsabilità per ragionare e meditare sui
rapporti che causano gli effetti delle proprie azioni. .^. Ed è così, che magari un avido cinico direttore di
multinazionale che licenzia in tronco migliaia di operai per mantenere il
bilancio in rialzo ed assicurare il triplica mento dei capitali promesso al
consiglio degli azionisti, non curante delle conseguenza della sua azione su
migliaia di famiglie; riesca la Notte a dormire sogni aurei e tranquilli perché
la legge glielo permette. Ed è così che lo stesso manager per lo stesso
fine,magari il giorno dopo appena sveglio, và nel terzo mondo ad appaltare il
lavoro, tolto agli operai occidentali impunemente, a compagnie di mediocri
criminali che sfruttano la povertà delle persone costringendo al lavoro anche
bambini piccolissimi per uno stipendio da fame, e continua a dormire sogni
tranquilli perché le leggi di quel paese infiltrate dalla corruzione e
dall’ingiustizia lo permettono. Non sarebbe meglio che allora non vi fossero
leggi, così forse quel manager dovrebbe fare i conti con la legge della giungla
e sicuramente tanti sogni tranquilli non dormirebbe più? Se si prendono in
esame i sistemi sociali più disagiati e criminali, svincolati da qualsiasi
legge o convenzione, si può osservare che dopo un primo periodo di caos e
barbarie si crea una saturazione della parte istintiva e primordiale e si
inizia ad intravedere un sistema di cooperazione e convivenza in cui non vi
sono leggi scritte ma semplici regole accettate dal buon senso e dal’intelligenza
di tutti gli individui. Dopo che tutti hanno ferito ma che sono anche stati
feriti, iniziano a capire che non vi è ragione alcuna per ferire qualcuno per
un fine, quando si può ottenere lo stesso risultato in modo più sicuro e
duraturo per entrambe le parti solo magari scegliendo la strada del dialogo e
della collaborazione. Probabilmente ci sarà sempre qualche giovane che non
avendo fatto l’esperienza dovrà gioco forza passare per questa , ma egli
riceverà subito la giusta risposta dalla comunità che ormai è già arrivata ad
un punto di meccanica sociale stabile. Dopo una serie di generazioni nelle
quali gli episodi di violenza o scorrettezza sono di volta in volta minori si
arriva ad una generazione in cui la mutazione genetico comportamentale sarà
ultimata e i comportamenti indesiderati completamente metabolizzati accettati e
superati. La bestia va domata, non repressa e rinchiusa, altrimenti appena si
aprirà la gabbia questa sarà incontrollabile e pericolosa. Un esempio anche per
i più ostici, se oggi prendiamo e mettiamo in cattività un lupo selvatico della
foresta già adulto questo sarà incontrollabile per il resto della sua vita, non
sarà mai domato. Se ne prendiamo uno appena nato, allora ci sono buone
possibilità che si abitui alla cattività e all’uomo ma non potremo mai
escludere che il suo istinto presto o tardi si faccia sentire magari
rivoltandosi in modo inaspettato e attaccando una preda o l’uomo stesso. Se
prendiamo un cane la situazione cambia, il cane un tempo, secoli fa era come un
lupo,poi si è abituato al interazione umana perdendo gran parte delle sua
istintiva aggressività, non caccia più e abbiamo quasi la totale sicurezza che
questi viva coerentemente la sua vita in modo innocquo se non aggredito o
sottoposto a stimoli violenti da parte di altri animali o uomini, ma li
entriamo in un'altra sfera comportamentale, quella della sopravvivenza. ll crimine è,
individualmente e divinamente, sacro e necessario; quanto la religione
collettiva è anti individuale, ed inutile. Nella cultura ebraico -cristiano-
islamica, l’area della coscienza che evolve individualmente, e la necessità del
crimine di disobbedienza alle leggi, che ne estende l’ampiezza, viene
inflazionata dal controllo della Religione istituzionale collettiva: Egregore
prodotto da sentimenti difettivi, e da esigenze di rivincita razziale, che
limitano ogni possibilità di una reale Gnosi individuale. Con minacce e promesse, nei recinti di leggi
e rituali separanti, queste religioni amministrano, e bandiscono, crimini che
accadono proprio grazie alle loro leggi; e per la necessità individuale di
sottrarsi ai limiti che esse impongono. L’Io essenziale individuato,
supera religioni e delitti, promesse e minacce; restando libero dall’attrazione
o dal rifiuto, per gesti che non gli siano davvero necessari. Ciò
stabilisce la sua indipendenza, dalle aree psichiche della coscienza religiosa
di gruppo, e il suo esaurire, nell’inutilità, le leggi morali, i divieti, i
peccati, i rituali di espiazione e perdono; gli auto-inganni e le pseudo penitenze:
le vere paure, e le false assoluzioni. .Vietando ed assolvendo crimini, che
essa stessa definisce tali; mutandoli in peccati, colpe, tradimenti, e
teorizzandoli come originarie cadute, le Religioni della Rivelazione amministrano
l’ignoranza, e gestiscono la paura; rendendo religioso, ma inutile, ogni
delitto pescato dal vivaio della coscienza collettiva; incompleta, in quanto
costretta a rimanere tale, e a cui si impedisce, comunque, con ogni possibile
mezzo, l’individuazione divina. Compiere individualmente tutto ciò che la vita
offre da compiere, senza altro impegno che una costante presenza e
responsabilità a sé stessi, per ogni gesto e azione compiuti, è il superamento
di ogni presunta religione rivelata. Nessuno è colpevole di essere sé stesso, ma lo
è chi teme o evita di esserlo. Crimine e delitto, sono il pane e il sale dell’alleanza
con Jahvè: Dio speculare delle Religioni, che sostituiscono, alla pochezza
delle proprie formulazioni Teosofiche, l’eliminazione fisica dei filosofi, ed
il martirio accanito dei sapienti. Pur affermando, che il delitto contro lo
spirito è imperdonabile, preti, sacerdoti, ed Imam, tradiscono, da millenni, lo
spirito del cosmo: L’Amore, e lo fanno proprio predicando in suo nome. L’attaccamento
genitale animale, che essi definiscono Amore, è un istinto di salvaguardia
collettivo; ed anti- individuale; e l’atto pro creativo, che essi chiamano con
lo stesso nome, è solo un impulso difensivo ed ossessivo della specie:
appartengono, entrambe, alla sfera animale, e, in essa, si equivalgono. Ma c’è
un Amore Naturale di cui costoro non parlano, e che non è un automatismo
istintuale del genere umano: cieca legge zoologica.
Non lo si può predicare, né
insegnare a chi, non sentendolo dentro di sé, neppure lo sospetta, o
intuendolo, ne rimane sconvolto. La parola, non esprime lo scarto di livello,
fra questo ardore erotico e il coito fecondo della bestia: quell’impulso
genetico, che si eredita passivamente, assieme al corpo elementare e ai suoi
atavismi condizionanti. E’ un agire, questo, che non reagisce ad un’esigenza vitale di
auto conservazione; un Eros che non obbliga e non procrea; togliendo all’uomo
le certezze del branco animale. Questo Amore, non distingue l’amato
dall’amante, perché li accomuna in un’unità inscindibile: posta fuori dallo
spazio-tempo. E’ un Amore eterno, compiuto, e ignaro di tutto ciò che non sia,
esso stesso, amore. E’ il Dio che l’uomo intuisce, in sé e oltre ogni altro
essere vivente: la fiamma eterica, che lo rende Lucifero, e che cancella ogni
tenebra nella sua Luce erotica. L’altro, è la scabra parola amore; predicata nella
buia latenza di tetre cattedrali. Posizione sociale, ricchezza, fama, sono diventati oggi
importanti perché sono stati per millenni ovunque proposti come Strumenti di
potere; ma essi sono invece, Strumenti del potere, che astutamente privano
l’individuo della sua libertà d’essere e di esprimersi naturalmente. Così, ogni
atto della vita di ogni uno diventa una morta ripetizione, ad esempio il sesso,
come tutte le altre sperimentazioni o pratiche classificate ignorantemente Tabù; viene ridotto al rango di puro svago
genitale; le persone si distraggono con il sesso, sia quando lo praticano
meccanicamente, sia quando lo reprimono ridicolarmente ispirandosi all’asceta o
al santo di turno. In queste condizioni, l’Eros è praticamente assente: l’amore
impossibile. Tutt’al più se ne può solo inscenare e rappresentare la parodia
sociale: ciò che gran parte dell’umanità crede sia l’amore, è invece pura
ideologia di potere, e cupa farsa di dominanti e dominati. La società in cui
viviamo crea per ogni uno, fin dalla nascita, necessità fittizie, progetti e
mancanze ben architettati; votati già in partenza al fallimento e alla
disfatta. Tutti cercano all’esterno ciò che è da sempre Loro e che andrebbe
cercato nell’intimità di se stesi e così, mentre lo cercano, lo perdono. Per la
gran parte dell’umanità l’esperienza di Vita si riduce ad una rincorsa di un
qualcosa inafferrabile e indefinito che tutti chiamano in modi diversi ma che
possiamo volgarmente e generalmente chiamare Felicità. Siamo in un contesto
sociale in cui il tempo viene occupato, siamo in un'organizzazione sotterranea
che porta ad occupare il tempo per dare senso al tempo, ma in essa non c'è
sicuramente il vissuto e la consapevolezza del tempo. Qui e
ora, il motto che negli ultimi tempi è sulla bocca di tutti, è quello che meno
rappresenta l’esperienza di Vita delle persone, mentre Noi iniziati viviamo al
presente, perché ogni sensazione, ogni emozione, ogni pulsione energetica di
tutto ciò che ci accade è per Noi contenuta in un solo unico punto, Noi stessi
o l’Universo, siamo come una matrioska
infinita ed Unica che strato su strato costruisce costantemente l’identità e la
consapevolezza di un unico spazio Cosciente evolventesi a spirale che tutto
contiene e tutto genera e distrugge per perpetrare l’eterno presente. Esiste un livello da cui risulta per evidenza immediata che
i miti misteriosofici, le Iniziazioni e tutti quegli aspetti folkloristici della
Tradizione, sono essenzialmente trascrizioni allusive di una serie di stati di
coscienza lungo la via della autorealizzazione. Le varie gesta e le varie
vicende degli eroi mitici non sono finzioni poetiche, ma delle realtà sono atti ben determinati dell’essere interiore che lampeggiano
uniformemente in chiunque volga verso la direzione dell’iniziazione, verso la
direzione, cioè, di un compimento di là dallo stato umano di esistenza. Non si
tratta affatto di idee allegorizzate, ma di esperienze. Questo carattere esperienziale delle religioni misteriche di ieri e delle realtà
iniziatiche di oggi trova le sue radici, nei caratteri di fondo in un ideale
anti dogmatico e anti religioso. Nella visione tradizionale della religione, nella Rivolta
contro il mondo moderno, essa appare un complesso. La legge dell’azione
ha dunque il primato. Ma la legge dell’azione è anche quella della
libertà:nessun vincolo si impone spiritualmente agli esseri. Essi non hanno da
sperare e non hanno da temere; essi hanno da agire. Il Piacere sessuale, come i rapporti
interpersonali dovrebbero essere semplice disponibilità senza sforzo; in essi
non dovrebbe esservi rivendicazione, o ansia di possesso. Ciò che rende osceno
il divertimento, come pure l’ascesi, è proprio l’eludere la naturalezza attuale
del piacere, per attuarlo con calcolata premeditazione, rifiutandosi di viverlo
semplicemente per quello che già è. Nell’occidente moderno, il periodo di
maggiore splendore e diffusione dell’esoterismo e del’occulto è molto verosimilmente negli ultimi decenni del
XIX secolo e prosegue più o meno indisturbato fino all’inizio della Grande
guerra. Si tratta probabilmente di un’isola alquanto felice, una sorta di belle
epoque estesa anche alle cosiddette scienze occulte, alla magia, all’ermetismo,
al’alchimia e alle varie correnti iniziatiche, risorte come la Fenice dalle
ceneri di orrende persecuzioni e roghi criminali con i quali per secoli il più
bieco fanatismo oscurantista ha tentato di estirparne le radici dal cuore e
dall’anima della Nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni. Sull’onda del precedente periodo,
negli anni a cavallo tra i due conflitti mondiali si manifesta una vivace
ripresa, che sfocia in una fioritura di pubblicazioni, riviste, conferenze,
ricerche, iniziative e associazioni di ogni genere. Poi di nuovo il buio della
follia bellica. Timidi bagliori di un’alba carica di incertezze e speranze si
intravidero dal 1946 in poi, ma occorre attendere gli Anni Sessanta, ricchi di
fermenti innovativi in ogni direzione, e soprattutto i Settanta, per assistere
a una vera e propria esplosione di interesse, oltre a tanta curiosità
ovviamente, per tutto ciò che ha sapore di magico, occulto e misterioso. Si
affermano materie rimaste a lungo nel baule dei ricordi arcani, o delle
marginali bizzarrie che hanno accompagnato la storia dell’uomo, come le arti
divinatorie (in particolare l’astrologia e la cartomanzia), il popolare
spiritismo, la magia e la stregoneria (ribattezzata Wicca nei paesi anglosassoni),
assieme a branche di ricerca più e meno nuove come l’ufologia, la
fantarcheologia e la parapsicologia, con la complicità di fortunate
trasmissioni televisive, film, musica, libri e riviste di larga diffusione e
personaggi di spicco che catalizzano l’attenzione del grosso pubblico. Il
movimento Hippy dei figli dei fiori, nato negli USA e transumato rapidamente
anche in Europa, i cui ideali iniziali, apolitici e transreligiosi, erano
improntati alla filosofia del’amore e della pace universali, evolve nell’incantato
preludio all’inno creativo dell’ età dell’Acquario l’era della conoscenza, che
coltiva l’ideale di una religione cosmica, contrapposta alla religione del
terrore, che non conosce ne dogmi, ne dei costruiti secondo l’immagine
dell’uomo. Seguono, senza soluzione di continuità , le contemporanee mediocri
New e Next Age, che con tutti i pro e i contro delle tendenze di massa e dei
relativi risvolti commerciali, spargono altro fertile polline nelle verdi aree
pseudo spiritualiste planetarie, coinvolgendo percentuali non trascurabili di
simpatizzanti e seguaci in ogni campo della vita sociale, dalla cultura alla
musica, all’arte, all’intrattenimento e allo spettacolo, fino a lambire alcune
zone franche della scienza, evidenziando un’attenzione straordinaria nei
confronti dell’ignoto e delle problematiche dell’anima, e una sete altrettanto
rilevante di risposte agli eterni quesiti dell’umanità. E fin qui potrebbe
sembrare quasi un remake delle fiabe di Cenerentola o della Bella addormentata
nel bosco. E in effetti, come in ogni favola che si rispetti, compare a un
certo momento l’immancabile incursione di una componente oscura, l’ombra
maligna di una sorta di “male”. Come
accadde per il culto patriarcale mosaico, cristiano e islamico Il tantrismo, si
sviluppa intorno al 500 d.C., in un ambiente maschilista e in un’epoca di
grande presenza del Bramanesimo, in cui tutti i testi erano scritti dagli
uomini per gli uomini. La donna era considerata un impedimento alla via spirituale.
Essa rappresentava il demone che circuiva, costringeva ad abbandonarsi alle
demoniache tendenze umane e dei sensi. Non si prendeva coscienza della propria
mancanza di controllo nel gestire quest’energia, era la donna seduttrice causa principale
della non riuscita spirituale. Il tantrismo, al contrario, afferma che la
donna, non solo è il veicolo ideale per stimolare l’energia latente all’interno
dell’uomo, la Shakti Kundalini, ma è essa stessa l’incarnazione della Shakti,
la manifestazione femminile dell’energia originaria, la forza pura di cui ogni
donna è potenzialmente l’incarnazione. Nel periodo in cui facevano la loro
comparsa i primi testi tantrici, affermandosi nella cultura indiana, la casta
dominante era quella dei Brahmani che uguagliarono il Tantrismo ad una forma
d’eresia proprio come i loro colleghi delle elite sacerdotali cristiane, semite.
1000, 2000 anni fa solo gli uomini e delle caste privilegiate avevano il privilegio
di avvicinarsi alla disciplina spirituale. Al contrario per il Tantrismo gli
uomini sono tutti sono uguali, senza distinzioni di razza, ceto sociale, casta,
sesso, credo, essendo ciascuno espressione dell’energia originaria. Il
tantrismo assicura che la salvezza è per tutti e tutti possono accedere agli insegnamenti,
chi li mette in pratica avrà dei benefici, chi non pratica non otterrà nulla,
principio comune a tutti i culti gnostici. Il tantrismo ha anche un altro
motivo di grande apertura. Esso riabilitava profondamente la figura della
donna, osteggiata e tenuta deliberatamente ai margini dalla casta dei Brahmani
perché considerata un impedimento all’evoluzione spirituale dell’individuo. Inoltre
agli yogi non era più richiesto di condurre un’esistenza ascetica, separata dal
mondo, ma al contrario farne parte ed intervenire in esso. Non occorreva più
essere nello stato di brahmacharia (rinunciante), ma era possibile essere
grihastha (capofamiglia). Il tantrismo era ribelle a tutte le
prescrizioni delle altre sette; i suoi adepti trasgredivano impunemente i più
importanti tabù del vedismo: mangiare carne, pesce e cereali tostati, bere
alcol, fare sesso (rito delle 5 M, Panchamakara). Ma questo deve essere
inteso come una metafora, infatti: Madya bere vino: rappresenta l’ebrezza
divina Mamsa mangiare carne: rappresenta la fisicità, le asana (posizioni che
si assumono con il corpo durante la pratica dello yoga) Matsya mangiare pesce:
rappresenta il pranayama (il controllo del respiro) Mudra mangiare cereali
tostati: rappresenta le mudra (gesto simbolico, sigillo che consente al
praticante di yoga di sviluppare la consapevolezza delle correnti di energia
vitale entro il corpo). Il Maithuna, l’unione sessuale: rappresenta invece la
perfetta unione mistica. Il Tantrismo fu bandito perché diffondeva una
concezione della società che avrebbe potuto mettere in pericolo il potere e i privilegi
dalla casta dominate. Il Brahmanesimo, in definitiva, condannava il tantrismo
d’eresia perché lo temeva. Esso era ormai giunto al tramonto poiché
l’istituzione era corrotta alle fondamenta e le persone non vi trovavano più
una risposta soddisfacente al proprio desiderio di conoscenza spirituale,
soprattutto a causa dell’eccessivo ritualismo ed impoverimento spirituale, cosa
che sta accadendo oggi alla Romana Vaticante chiesa. Al contrario la nuova
dottrina poteva soddisfare il vero ricercatore. E’ quindi chiaro come la
cultura predominante cercasse di screditarla tacciandola d’eresia e si
adoperasse per vietarne la pratica. La stessa cosa accadde con il cristianesimo
e le persecuzioni verso presunti eretici rei di credere in qualcosa diverso
dagli assurdi dogmi cattolici, o colpevoli di conoscere pratiche, nozioni e
verità in grado di terrorizzare la chiesa e tutti i suoi piccoli mediocri
ministri del nulla. causa della condanna che ne fece il Brahmanesimo l’insegnamento
era tenuto nascosto e protetto. Per questo il linguaggio dei testi tantrici è
spesso enigmatico, a volte incomprensibile, ricco di metafore e doppi sensi. Il
tantrismo crebbe nell’ombra per preservare l’essenza della sua dottrina, stessa
sorte che è toccata all’ermetismo, all’alchimia e a tutte quelle pratiche
teurgiche che compongono lo Zenit delle Arti Arcane. Gran parte degli
insegnamenti, sviluppatisi nell'arco di numerosi secoli, furono tramandati
oralmente da Maestro a discepolo (trasmissione parampara, che segue una linea
ininterrotta). Tale divieto farà sì che i pochi adepti esistenti in origine
mantenessero inalterati i veri e profondi insegnamenti di tale cultura. Il linguaggio simbolico aveva anche
un altro scopo, quello di proteggere la purezza degli insegnamenti contro l'uso
errato delle sue pratiche da parte di non-iniziati. Chiunque fosse venuto a
conoscenza di tali testi non avrebbe potuto comprenderli veramente senza
l'aiuto di un Maestro perché le numerose metafore in loro contenute e la
mancanza d’esperienza, ne avrebbero impedito la vera comprensione. Cosa
quest’ultima che accade oggi all’interno di molteplici confraternite e sistemi
iniziatici che avendo perso il sale della sapienza ermetica e la chiave per
l’interpretazione corretta di testi, operazioni, rituali ed elementi
fondamentali per la corretta comprensione delle dinamiche e delle dottrine
occulte; si limitano ad una reinterpretazione errata ed il più delle volte
inconcludente che porta solo insuccessi ed estenuanti e tortuosi percorsi che
da Grandi vie iniziatiche sono divenuti rotatorie infinite con una sola entrata
e senza alcuna uscita che portano pseudo maestri e adepti a brancolare in
eterno nella selva oscura. Molti, troppi credono che basti un iniziazione a
trasmettere la Conoscenza e le dinamiche esoteriche, purtroppo non è così ed è
forse per questo che attualmente quasi tutte le fratellanze si occupano di
tutto tranne che di esoterismo. Entrare
nel profondo di un testo tantrico è cosa assai complessa e averne la chiave di
lettura può non bastare perché nel momento in cui il lettore si distrae, anche
momentaneamente, perde la conoscenza del tutto. Questa segretezza, questo modo
di velare e nascondere tutto quanto sotto forma di metafore, era però
necessaria per confondere il lettore non iniziato. Non si voleva dare in pasto
alle persone che facilmente perdevano concentrazione, questo tipo
d’insegnamenti: “Dovete mantenere questo segreto e non comunicarlo a chiunque
ma ad un devoto e ad un discepolo altrimenti causerà il loro fallimento” Kularnava
Tantra .Secondo Noi nel Kali-yuga, o epoca attuale i testi consigliati sono i
Tantra. Il tantrismo afferma che tutte le antiche scritture (sastra) dipendenti
dalla rivelazione (sruti) o dalla tradizione (smirti) hanno esaurito il loro
messaggio di salvezza. Questo è dovuto all’ignoranza dell’era attuale nella
quale non c’è più la comprensione delle scritture precedenti. .Alcune correnti
spirituali, per ovviare alla caduta di conoscenza, raccomandano ai loro adepti
di isolarsi dal mondo. Al contrario per l’Iniziato tantrico la sfida è vivere
nel mondo senza farsi contaminare. E’ nelle metropoli piene di caos, agitate,
che creano stress che l’individuo deve vivere cercando di donare un po’ di
equilibrio alle persone che ne hanno più bisogno. Per questo il simbolo più
usato nel tantra yoga è il fiore di loto che vive la sua bellezza senza farsi
contaminare dal fango dello stagno da cui trae origine. I tantrici accettano la
sfida nel mondo e in esso agiscono come guerrieri spirituali. Il grande Maestro
Yogi Bhajan affermava:“Pensa come un
Santo e agisci come un guerriero”.
Essere libero per un tantrico,
significa essere libero da tutto ciò che offre il mondo, libero di prenderlo,
ma anche di rifiutarlo, di staccarsene. Egli non rifiuta il lusso, il
benessere, il cibo raffinato, una bella casa o una qualsiasi esperienza, ma non
crea verso queste un attaccamento cronico. Se c’è bene, se non c’è va bene
ugualmente. Tutto va e viene senza attaccamento. Non si deve rifiutare il mondo
materiale, chi lo fa ne ha paura! Il tantrico accetta la sfida. Tale
interpretazione esige però un’applicazione concreta a tutti i livelli della vita
umana quotidiana. L’approccio tantrico è più d’esperienza che di conoscenza. Il
tantrista accetta la realtà per intero e considera tutti gli stati di coscienza
come reali e strumenti per l’esperienza. Ciò di cui egli fa esperienza nella
vita quotidiana, il suo contatto con le persone e con gli oggetti che lo circondano
è reale per lui come tutto ciò che egli sperimenta all’interno di se stesso, le
sue emozioni e i suoi pensieri, tutto è creazione della stessa sorgente divina.
Il corpo fisico viene preso in alta considerazione perché è soltanto attraverso
di esso che può realizzarsi il ritorno della creazione alla sua sorgente. Non
stupisce allora che al centro della filosofia tantrica vi sia il momento della
sadhana, la pratica quotidiana che è in grado di trasformare il veleno in
nettare (amrita) per l'immortalità. “Gli uomini si elevano attraverso ciò che causa la
loro caduta” “Con le stesse azioni
che fanno bruciare determinati uomini all’inferno per milioni d’anni, lo yogin
ottiene la sua salvezza eterna”. Kularma Tantra In queste frasi abbiamo
l’essenza stessa del tantrismo che come per tutte le altre pratiche ed
Operatività Iniziatiche non può essere penetrata e compresa Interamente da una
mente Profana e non Libera. Ciò che può condurre all’inferno alcuni uomini può
portarne altri in paradiso. Ciò che è veleno per alcuni, per altri è farmaco.
Proprio come nel caso delle acque corrosive degli Alchimisti delle quali
abbiamo accennato in Symbolum Ermeticum in Opus Alchemicum , le quali per i più
sono droga o veleno per i saggi , i veri Alchimisti che ne conoscono ogni
proprietà e conoscono bene la Natura umana
ed Universale, il più terribile dei veleni diventa puro Nettare d’Ambrosia o
Elisir di Vita Eterna in un Eterno Presente. Fino all’epoca in cui nacquero i
Tantra, le scuole vivevano il problema dell’ascesi come rinuncia, negazione dei
desideri, allontanamento dal mondo materiale, repressione degli istinti
naturali. La spiritualità era legata alla negazione delle proprie passioni, ma
anche la privazione è un desiderio. Io desidero rinunciare ai desideri. Il
Tantrismo non combatte il desiderio, ma lo esalta
fino ad entrare all’interno del desiderio stesso e scoprirne la potenza
creativa. Invece di negare la materia, la corporalità la esalta per sfruttarne
l’energia. Attraverso la pratica della sadhana e della filosofia Tantrica. Non
entriamo nel merito della sadhana per adesso,ne delle altre pratiche tantriche
che esulano dal tema di questo scritto. Possiamo però fissare un’importante
dinamica del pensiero tantra-yoga, all'interno del microcosmo (corpo mente)
troviamo la chiave di comprensione del macrocosmo (mondo esterno). Tutto ciò
che compone l'universo è quindi dentro ciascun individuo, e agendo su se
stessi, all'interno del proprio corpo, a livello fisico, mentale e spirituale
si può agire anche al di fuori di esso, nell'universo. Questa identificazione è
fondamentale per quello che riguarda il lavoro quotidiano di uno yogi.
Attraverso la pratica, la meditazione, il tantrista produce degli effetti non
solo su se stesso, ma anche nel cosmo e a loro volta gli elementi cosmici sani,
o insani, le guerre tra le nazioni, l’odio, la pace, il progresso e la salvezza
dell’umanità producono in lui effetti benefici o contrari. Come abbiamo più
volte sottolineato nei nostri scritti, il più giusto metodo per cambiare il
mondo partirebbe dalla trasformazione di noi stessi. Vorremo spendere due righe per riassumere dei
concetti per Noi rilevanti su quello che si intende davvero per La via della
“mano sinistra” all’interno del sistema tantrico. Il tantrista della via della “mano
sinistra” riconosce la Shakti in ogni manifestazione. Egli è in un rapporto
devozionale con questo tipo d’energia.
Reprimere significa rinnegare la Shakti che si manifesta al sadhaka sotto forma di desiderio, di piacere. Il rifiuto dei piaceri è considerato anch’esso un condizionamento. La via tantrica della “mano sinistra” è realizzata dall’unione sessuale tra due partner scelti dal Maestro. Il rituale tantrico, molto potente e complesso, richiede mesi o addirittura anni e prevede condizioni difficili da realizzare. La pratica al giorno d’oggi non è più eseguita correttamente e si dubita che ci siano ancora Maestri in grado di condurre gli adepti al successo, anzi si sottolineano i gravi rischi che tale via, se condotta sconsideratamente, può arrecare. E’ detto che malattia, follia e morte sono sempre in agguato. I principi della via della mano sinistra Contrariamente alla via della “mano destra” imparentata con le pratiche ascetiche che tendono ad allontanare le tentazioni del mondo, la via della “mano sinistra” ne fa i suoi pilastri. Nello yoga è detto che oltre ad avere una perfetta salute l’adepto deve attenersi ad una triplice regola: tagliare il cibo, tagliare il sonno e tagliare il sesso (controllare e canalizzare l’energia sessuale). Viceversa la via della “mano sinistra” provoca volutamente situazioni tossiche, per estrarne l’essenza nascosta. Tutte le tentazioni, le provocazioni e le situazioni limite sono deliberatamente amplificate. Le pulsioni, le emozioni, i desideri sono accolti liberamente, al di fuori di giudizi e sanzioni. Invece di frenare gli istinti “primari” la dottrina tantrica li rafforza in modo da risvegliare le energie originarie avviluppate nella materia. Perché tutto ciò? Nell’uomo l’istinto più forte, oltre alla fame e alla sete, è quello sessuale, la cui energia è potentissima, ma difficile da canalizzare. Il tantrismo afferma che non si deve contrastare l’energia sessuale, anzi deve essere accresciuta, ma occorre canalizzarla. Dopo aver bandito ogni forma repressiva e colpevolizzante, il tantrismo non predica l’immoralità, il godimento sessuale, al contrario procede ad un’impresa di risanamento interiore, al raggiungimento di un equilibrio attraverso la sublimazione o Sattva: è l’essenza che tende a riunire, ad andare verso l’alto, che tende a sublimare. A sattva sono abbinate: essenza, luminosità. Rajas invece è l’energia, che rimescola, che rotea, che stimola, l’energia che agisce. A rajas sono abbinate: vibrazione, pura energia. Tamas, è la massa, che tende ad abbassare, a far scendere, appesantisce, provoca moto centrifugo e decomposizione. A tamas sono abbinate:inattività, inerzia, massa. Sattva, qualità abbinata a Visnu, colui che mantiene e conserva .Rajas. Qualità abbinata a Brama, colui che crea essendo pura energia. Tamas. Qualità abbinata a Shiva, colui che distrugge affinché Brama possa ricreare. Secondo il tantrismo, infatti, noi umani siamo esseri animico – spirituali, caduti in un corpo materiale, ma è grazie a questo corpo materiale che possiamo riottenere la libertà. La via della mano sinistra del sistema tantrico coincide simbolicamente in modo perfetto con la via secca del processo alchemico e con tutte quelle pratiche gnostico pagane che costituiscono il sentiero Operativo nella Nostra Confraternita e nel Nerae Rosae et Argentum Trinaguli , altra confraternita che insieme all’Antico e Mistico Ordine Osirideo Egizio, e alla F/\S Silentium Fraternitas (Memento Audi Tacere) compongono il Grande Oriente Ermetico dei figli di Seth in Italia; molte volte, troppe, considerate dal nuovo clero iniziatico, talvolta formato da Massoni di dubbia libertà e capacità intellettuali, come pratiche sataniste o contro-iniziatiche, nuova parola che hanno coniato non riuscendo a svincolarsi dagli schematismi, sofismi e dogmatismi dei quali sono la perfetta essenza del ventunesimo secolo. Forse non è un caso che l’istituzione Massonica, verso la quale nutriamo una sincera stima e profondo rispetto e della quale abbiamo già più volte elogiato i non pochi meriti; ricalca oggi più che mai l’ombra delle elite sacerdotali, patriarcali, misogene e monolitiche dalle quali loro stessi hanno salvato l’umanità, ma dal quale spirito e genio settario oggi gran parte dei loro consessi sono posseduti e contaminati.
La vera conoscenza è e resta elitaria fosse solo per un
fattore fisiologico mentale e attitudinale che diversifica l’impegno, la
costanza e l’apprendimento di ciascun individuo. La vera Conoscenza è intuitiva
non può essere data attraverso nozionismi ne suggerita con parole o simboli
segreti, è un processo talvolta rapido e veloce talvolta lungo ed estenuante,
che coinvolge solamente il cosmo interiore di ciascun essere umano. I simboli,
i rituali, le parole e i mantra sono sostegni, incipit sollecitazioni che
possono affrettare il processo, ma non sono ne la chiave ne la porta per la
vera conoscenza. Una volta raggiunta la massima intuizione che possiamo
volgarmente definire Illuminazione, si riceve la chiave che permetterà da quel momento in poi di alzare il velo che
accompagna la vita di tutti i giorni. Questo stato non è trasmissibile, non è
spiegabile, ma soprattutto non è iscrivibile in mediocri e profani schematismi
o raggruppamenti. È un qualcosa che E’ e non E’, che è stato e che sempre sarà,
qualcosa che non è ne buono ne cattivo, ne bianco ne nero ma che E’ entrambi
insieme, qualcosa che abbiamo sempre saputo e che non sapremo mai sino in
fondo, l’unica cosa che non potrà mai essere spiegata ne descritta ne disegnata
ne circoscritta; neanche da tutti i simboli e le parole del mondo. Per quanto
riguarda le società segrete o le confraternite iniziatiche un tempo erano
aperte a tutti , basti pensare ai su menzionati Misteri eleusini, osiridei,
mitraici ecc, ai quali prendevano parte schiavi e re al fianco di filosofi e
madri di famiglia. Parte integrante del rituale misterico
era la segretezza sottolineata da due aggettivi « arretha » , “ciò che non va
detto, in quanto esperienza personale incomunicabile a parole”, che richiede di
vivere il rito di persona e « aporrheta», “ciò che è indicibile perché è
proibito parlarne”, ovvero l’obbligo a non rivelare i segreti del rito; agli iniziati era infatti chiesto di
mantenere il secretum, oltre per i motivi spiegati anche, per non tentare di far
replicare l’esperienza, che se eseguita in modo non corretto poteva portare
alla follia o alla morte. Non è un mistero che alla base di questi Riti di
iniziazione, e dell’esperienza rivelativa vi fosse infatti l’uso e l’ingestione
di sostanze psicoattive, e chi oggi non lo ammette, o è un ignorante o un
bugiardo. E’ davvero molto triste, constatare, come accennato poc’anzi, che
oggi coloro che portano le insegne iniziatiche, retaggio degli antichi culti
Misterici, che si ammantano la bocca con parole quali, Grande Opera, Illuminazione,
Libagione, Conoscenza, Libero Pensiero e Coscienza, omettono, deformano e rinnegano il ruolo che
le sostanze psicoattive o enteogene hanno svolto nei Veri sistemi iniziatici e
misterici del passato. Basti pensare che René Guenon,come abbiamo sottolineato
in un precedente scritto, il più famoso degli esoteristi moderni, non ha mai dedicato
a questi temi neppure una riga della sua pur copiosa opera. Ai nostri giorni, abbondano
i libri e le riviste in cui presunti “iniziati” ricamano fantasiosi arazzi di
congetture su questo o quell’aspetto della Tradizione salvo non nominare
neppure di sfuggita le acque corrosive se non al limite per mettere in guardia
sulla loro pericolosità. A questo riguardo, possiamo solo Ribadire ciò che Terence
McKenna ebbe una volta a dire, cioè che i seguaci dei vari gruppi di esoterismo
e New Age hanno una predilezione per tutti i più strani metodi di modifica
della coscienza ad esclusione di quelli efficaci. Dal soma vedico, all’Haoma, dal Kykeon
di Eleusi a base di menta ed orzo con tanto di segale cornuta dell’Ergot, al
Nepente, dall’erba Molly al Iboga dall’Ayahuska a quanto il menù farmaco
tropico locale avesse da offrire. Ad esempio nel Kykeon di Eleusi l’associazione
fra il cereale, divinizzato, e il minuscolo fungo parassita, immediata manifestazione
della divinità, è fondamentale per poter comprendere in profondità il
simbolismo eleusino. Al pari di Trittolemo, i “mangiatori d’orzo” non potranno
mai raggiungere l’immortalità, prerogativa questa degli dei, ma attraverso il
“dono” di Demetra, l’ergot gli iniziati
potevano “vedere” il segreto dell’alternarsi di vita e di morte. Attraverso
l’esperienza di “morte e rinascita” all’antico greco si schiudeva l’esperienza
assoluta del’idea di vita o di morte. La terra non è soltanto la dimora dei
morti, ma è anche la riserva inestinguibile del cibo linfa dei Viventi; Eleusi
rendeva partecipe l’iniziato dello stretto rapporto fra vita e morte, il cui
campo di estensione è rappresentato dalla natura. E con questo vorremo invitare
i Nostri gentili lettori, meglio se Iniziati e scevri dal pregiudizio a
meditare, nuovamente, alla luce di quanto appena esposto sino ad ora, sulla
profondità del simbolismo della spiga di grano che veniva data agli iniziandi
durante i Misteri Eleusini, che oltre tutti i simbolismi già notti, come la
ciclicità, il seme che è fine ed inizio allo stesso tempo, perché proprio lo
stesso seme pronto per esser battuto e divenire farina, potrebbe altresì essere
piantato e dopo un periodo di morte sottoterranea, la sua scorza si ammorbidirà,
e un Nuovo Germoglio giungerà nuovamente dalle tenebre ultra terrene alla Luce;
ma un altro fondamentale simbolismo è proprio quello che lega la spiga di grano
o della segale cornuta alla presenza dell’Ergot e quindi della molecola Sacra
in grado di connettere l’Umano al Divino. Di molte di queste sacre bevande si sono persi gli ingredienti perfetti,
i dosaggi e l’esatta modalità di preparazione, ma tutti i Veri iniziati
concordano nel ruolo di coprotagonista che queste sostanze hanno svolto sin
dalla notte dei tempi per lo sviluppo antroposofico e non solo della razza
umana. Dai funghi psylocibe all’oppio dalla Cannabis al Peyote, la Terra ha da
sempre offerto una vasta gamma di piante che sono vere e proprie chiavi per
altri stati di coscienza. L’importanza in questi momenti non è però solo
attribuita all’uso e al dosaggio delle piante sacre ma anche al setting nel
quale avveniva l’esperienza, è di questo ed altri dettagli fondamentali che si
occupavano gli sciamani primordiali, i druidi o gli Jerophanti di Eleusi.Il
lavoro di questi personaggi, era un lavoro illuministicamente scientifico in quanto
oltre a non uccidere nessuno dovevano far vivere quasi contemporaneamente a
tutti gli iniziati la medesima esperienza, e quindi solo un indagine metodica e
centenaria poteva aver dato a queste caste sacerdotali la formula perfetta del
rituale illuminato. Anche ai non iniziati
a Bacco (le orge) non dovevano essere divulgate; Orghia, da cui deriva l'aggettivo orgiastico, in origine
voleva dire semplicemente l'azione del rituale, l'agire sacro, ma a causa del
discredito gettato sui culti pagani dai padri della chiesa, divenne sinonimo di
rituale avente a che fare con pratiche sessuali, mente il termine mysteria subì
uno slittamento semantico a opera delle reinterpretazioni filosofiche e
cristiane tardo antiche, che la portarono ad accogliere in sé significati come:
“arcano”, “segreto”, “mistico”, “verità trascendentali che vanno oltre la sola
comprensione razionale ”. La stessa struttura di pensiero si manifesta
nel contesto del culto di Cibele: infatti col termine ‘coribanti’ s’indicavano
sia gli dèi che venivano ‘incorporati’ dai suoi estatici seguaci, sia gli
iniziati stessi che con danze orgiastiche si disponevano all’esperienza
mistico-unitiva. Analogamente l’iniziato di Bacco veniva lui stesso chiamato
bácchos (βάκχος) giacché la distanza tra l’uomo e il dio, in virtù dell’
iniziazione, si considerava superata. Le
fonti ci parlano anche della inalazione del fumo di particolari resine ed inflorescenze
indubbiamente di canapa (kánnabis), era l’hashish, un estratto della ‘cannabis
indica’, la canapa indiana. Tale costumi erano noti anche ai Traci, oltre che
agli Sciti ed ai Messageti. Lo stato alterato di coscienza che così veniva
indotto aveva un senso ‘religioso’ solo se si sapeva utilizzare quella
condizione in modo ‘anagogico’, cioè volgendo le energie psichiche così suscitate
‘verso l’Alto’; ed era questo il segreto dell’iniziazione. Non erano insomma il
vino, la danza, la musica, la "droga" a dare l’esperienza mistica; anzi quei
mezzi usati ‘profanamente’ potevano portare solo a condizioni psichiche
negative ed al degrado esistenziale; per questo bisognava distinguere
nettamente la ‘sacra’ manìa da quella comune, da quella profana che porta solo
abiezione ed ottundimento dello spirito. Ma l’estasi, la alienatio mentis
transitoria, nel culto di Dioniso non è un incerto errare dell’anima nei domini
della vana illusione: è invece una mania religiosa, una ‘santa pazzia’, in cui
l’anima fuggita dal corpo, si unisce con la divinità. Ora essa è presso, è
dentro il dio, nell’’entusiasmo’; chi ne è preso è ‘entheos, vive ed è nel dio;
chiuso ancora nell’io finito, sente e gode la pienezza d’una vita infinita.
L’esperienza estatica dunque può volgersi verso l’Alto (la odierna psicologia
direbbe: verso stati ‘trans personali’ caratterizzati da crescita ed
coagulazione e integrazione dell’Io) o verso il Basso (verso stati ‘sub
personali’, caratterizzati dalla dissoluzione e perdita d’integrità dell’Io);
per questo essa è sommamente pericolosa e va guidata opportunamente, se non del
tutto tenuta segreta. Il Dodds nella sua celebre opera "I Greci e
l’Irrazionale", ha ben sottolineato il duplice aspetto del menadismo
nell’ottica della tradizione greca che distingueva tra uno ‘bianco’ ed uno
‘nero’. Egli ha notato che tale distinzione è nella stessa opera di Euripide,
le Baccanti, in cui mentre i Messi descrivono il menadismo ‘nero’ (quello che
si esauriva in un puro isterismo collettivo con episodi di selvaggia
brutalità), il Coro invece descrive il menadismo ‘bianco’, quello in cui le
forze istintive liberate venivano volte verso la dimensione ‘divina’. Il
messaggio è chiaro: non si può resistere a Dioniso (la tradizione racconta
molti episodi, come si è visto, di persone da Lui rese folli perché avevano
tentato di opporsi al suo culto) giacché la l’Istinto è la forza stessa della
Vita che anima l’Uomo, o - quantomeno - il Corpo dell’Uomo; l’insieme delle
forze istintuali/emotive è l’anima ‘inferiore’, l’anima ‘biologica’ ma perché
quella Forza strutturalmente legata al corpo si trasmuti in Conoscenza, in
Potenza conoscitiva, cioè in Spirito, deve essere consapevolmente ‘canalizzata’
verso il mondo degli dèi e il modo con cui far questo è appunto il segreto del rito iniziatico che non va
rivelato a chicchessia, non va ‘profanato’. L’anima ‘superiore’, cioè la sua
dimensione ‘noetica’, il logos, per sua natura aspira alla trascendenza poiché
l’uomo non appartiene tutto al mondo ‘materiale’. Per questo l’Eros/Istinto può
e deve divenire Eros/Sofìa, cioè Filo/Sofìa, come ha insegnato Diotìma a
Socrate. Con il
passare del tempo all’uso di queste piante “Sacre”si sono aggiunti la magia
sessuale, e tante altre operatività che oggi guarda caso rientrano tutte nei
tabù occidentali e bigotti, retaggio di un epoca oscura e della più grande
delle mistificazioni. La libagione nella quale anticamente vi era sicuramente
qualche sostanza “psicoattiva”, e non
solo un Alto valore simbolico, nei secoli ha ricevuto gli umori e i fluidi
corporei, ed altri elisir più o meno rabberciati all’intendi e meglio; dei
quali oggi restano solo insipide ed inutili parodie. Come l’iniziazione a molte
note confraternite, nelle quali se parli di queste cose rischi anche di essere
accusato di satanismo o di eresia, da persone che almeno dovrebbero sapere che
satana è solo una volgare invenzione biblica giocata malamente sull’ignoranza
comune e su di un errore di traduzione in cattivissima fede e che nella vera
concezione illuministica della divinità non sono contemplati dualismi inutili e
ridicoli, essendo l’Unica divinità riconosciuta Unica, infinita, Immutabile In
contemplabile ed omnicomprensiva. In queste ombre di società iniziatiche l’accesso è più o
meno libero a tutti, forse costa qualche denaro, ma al mondo di oggi anche la
messa dal prete di provincia consta di un tributo o cara offerta, quindi non è
certo la monetizzazione ad averne fatto una condizione elitaria. Credere che se
si porta un grembiule, un cappuccio, o un gioiello, se si conosce qualche posa,
parola e si calza un anello o se si siede nel posto in cui ci sono ben pensanti
di sorta allora si può avere la conoscenza bé questo è un errore ridicolo e un
sintomo di ignorante deficienza. Prendendo in esame la già citata Massoneria, della
quale molti dei Nostri Fratelli ne hanno e ne fanno tutt’ora parte, la più
Nota, numerosa ed egregoricamente Grande Confraternita Iniziatica del Mondo,
troviamo che da una parte al suo interno c’è un atteggiamento rigido rispetto i
documenti conservati per cui si crede solo a ciò che si vede, nulla esiste se
non ci sono pezze d’appoggio, se dei documenti di provata autenticità non ne
avvalorino la sostanza. Poi, di contro si da somma importanza alle leggende che
tutto sono tranne che delle certezze. Il grande merito della massoneria è aver
traghettato la civiltà occidentale fuori dall’oscurantismo e dall’assolutismo e
non ci stancheremo mai di ricordarlo. Quando in Loggia si diceva che tutti gli
uomini hanno i medesimi diritti, che la libertà è un diritto di ogni uomo, e
che la fratellanza è l’unica possibilità di rapportarsi tra i popoli,
all’esterno delle Massoniche sacre mura, il potere costituito sosteneva che il
re aveva potere di vita o di morte sui sudditi perché glielo conferiva Dio in
persona. La religione negava ogni possibilità scientifica e perseguitava coloro
che non erano allineati con l’ortodossia religiosa, ed il patibolo gettava la
sua ombra malevola sul Libero Pensiero. Quello che oggi è considerato assodato,
non molti decenni fa era visto come pericoloso. Molti fratelli hanno dato la
vita per affermare i diritti di ogni uomo libero. Ogni fratello massone anche
se oggi quasi nessuno sembra rendersene conto, porta il testimone come in una
staffetta verso le generazioni future, porta il Sacro testimone del libero pensiero. La storia
oggi ha sbeffeggiato coloro che volevano tenere la società moderna incatenata
in una visione oscurantista e conservatrice del mondo, ma questi passi in
avanti sono stati fatti da persone, da massoni, non sono avvenuti
spontaneamente. Il popolo profano come sempre ha avuto il suo ruolo di Bue
villano, che si muove solo se spronato e aizzato pronto a mordere e lacerare su
comando o su istinto primordiale, lo stesso popolo che già i Nostri antenati
Romani saggiamente chiamavano, dipingendone il nome sulla Domus Familie, Cave Canem, Cane perché abbaia, addenta e lacera,
ma resta al guinzaglio invisibile di un padrone impalpabile. Ma in ciò ci
spinge la contingenza, benché quella cattolica, nel mondo sia tra le chiese
cristiane, ormai una minoranza, e lo stesso cristianesimo nel suo complesso sia
minoritario nel mondo. La sua presenza nel nostro paese risulta ancora molto
ingombrante. Molti fratelli di sincera fede massonica ma cattolici, sentono il
peso di opinioni denigratorie sulla loro fratellanza, da parte del clero o di
sue emanazioni. E’ quindi opportuno fare qualche precisazione. Ancor oggi, in
Occidente, il Vaticano è rimasto l’ultimo stato assolutista e teocratico. Esso
ha finto, con ipocrisia, di condividere valori di tolleranza ed i diritti
umani, solo quando ha perso il potere politico. Ha riconosciuto la persecuzione
di Galileo Galilei solo dopo essere stato sconfitto dalla storia e sbeffeggiato
dalla scienza, di cui ha ammesso la veridicità delle idee, ma non ha cancellato
la condanna di eresia. La chiesa ha chiesto perdono ad arabi ed ebrei ma non ha
fatto menzione del genocidio ad esempio dei catari o degli albigesi, e di tutti
gli altri, verso cui furono organizzate delle crociate, al cui confronto Stalin
ed Hitler appaiono dei dilettanti. Non si è ancora pubblicamente pentita del
rogo di Giordano Bruno né della santa inquisizione o del rogo dei Templari.
Qualcosa però ci riguarda ancora più direttamente: le persecuzioni
antimassoniche e anti iniziatiche. Dai primi del settecento in tutta Europa massoni
e membri di illustri società iniziatiche, sono stati perseguitati incarcerati
torturati e giustiziati. Molti fratelli hanno dato la vita, affinché noi
potessimo esprimere il nostro pensiero di uomini liberi. Non si possono dare
lezioni di morale con le mani ancora macchiate di sangue, specialmente sulla
pena di morte, essendo stata regolarmente applicata nello Stato pontificio, ed
abolita solo in epoca molto recente, dopo la presa di Porta Pia. Rispetteremmo
di più la Chiesa Cattolica se si occupasse maggiormente di fede e non di
politica, tanto meno di morale.
Disse il massone Voltaire: “non
condivido le tue idee, ma sono pronto a dare la vita perché tu le possa
manifestare”. Questo dovrebbe essere il senso della democrazia e del Libero
Pensiero, quello Vero. Evidentemente a qualche esponente delle frange più
oltranziste di ciò che abbiamo già definito le multinazionali dell’anima
e dello scientismo arrogante e rampante, deve aver procurato un eccessivo
fastidio questo imponente revival dell’occulto, e del Libero Pensiero, particolarmente in
Italia. Già , perché in altri paesi, grazie
forse alle significative concause di un maggiore senso della
libertà di pensiero e di una minore forma di condizionamento
politico-religioso, il fenomeno, fin dai suoi esordi, è stato accolto, vissuto
e gestito (escludendo naturalmente quei casi-limite presenti peraltro in
qualsiasi campo) in modo del tutto positivo e normale, all’insegna della più
ampia libertà d’espressione, non priva di una salutare dose omeopatica di sense
of humour (che non guasta mai). Mentre in Italia una seriosa, ipocrita e
zelante struttura proteiforme posta a difesa degli interessi di lobby potenti
ancorché in declino, ha programmato e attuato un insidioso piano trentennale rivolto alla capillare e sistematica disinformazione o manipolazione
dell’informazione, allo scopo, ancora una volta ma con mezzi adeguati ai
tempi, di cancellare, o quantomeno ridimensionare radicalmente,
ogni forma di credibilità e ogni riferimento attendibile e serio dell’eretica dimensione esoterica. Un progetto teso in pratica a eliminare,
epurare, ghettizzare tutto ciò che non collima con le linee-guida e i
parametri imposti dai premurosi santoni della scienza e della religione
cosiddette ufficiali, che da bravi compari si spartiscono da tempo con
reciproco vantaggio la ricca torta, rispettivamente della salute del corpo e
dell’anima di una parte cospicua dell’umano gregge. Che tuttavia, quando vuole,
tanto gregge non è, e che dimostra anzi maggiore intelligenza e capacità
critica di quanto certi pretenziosi burattinai spererebbero, visto e
considerato che il piano, di fatto, è riuscito solo in parte, grazie
soprattutto all’indomabile e temprato italico buonsenso. L’inizio delle ostilità da parte delle suddette consorterie e consociato
circo mediatico si concretizza, con largo impiego di mezzi, intorno alla metà
degli Anni Settanta, con una serie di trasmissioni televisive e inchieste
giornalistiche ben sponsorizzate e pilotate, finalizzate alla sistematica e
inflessibile demolizione di qualsiasi opzione possibilista nei confronti dei
fenomeni metapsichici e di qualunque forma di credibilità in merito alla
ricerca parapsicologica. Giornalisti, scienziati, prestigiatori e quant’altro
di utile e funzionale alla causa uniti per debellare
la pandemia paranormale, comprese le indagini più serie che da anni si stavano
svolgendo in questo campo da eminenti studiosi (come Emilio Servadio e
Piero Cassoli), lontani dai clamori dei rotocalchi e della tv. La pregiudiziale
di fondo era evidente, eppure l’impatto mediatico riuscì a sabotare la
crescente attenzione da parte del grosso pubblico sul tema. L’impresa si
tradusse tuttavia in una vittoria di Pirro. Molti, delusi dagli aspetti
razionali e scientifici della ricerca sull’ignoto, misero (temporaneamente) da
parte la parapsicologia e dirottarono curiosità e interesse su quanto escludeva
per definizione, almeno apparentemente, ogni possibile analisi o conferma
scientifica, vale a dire sull’irrazionale dimensione
magica e zone limitrofe. Dalla fine degli Anni 70 in poi scoppia la febbre
della magia: in percentuale minore nella sua forma più seria e tradizionale, in
larga misura nel senso più popolare e pittoresco del termine, che in
pratica si traduce in una straripante invasione di personaggi da rodeo
televisivo, operatori dell’occulto, cartomanti e veggenti, fattucchieri e
fattucchiere di ogni ordine e grado; si fondano addirittura partiti, movimenti,
albi professionali, associazioni, riviste specializzate ecc. E di nuovo si
mette in moto il carrozzone delle solite lobby, ancor più preoccupate per il
potenziale pericolo costituito appunto dalla componente irrazionale del fenomeno e principalmente per la possibile emorragia di
clienti causata dalla concorrenza incalzante e
contagiosa di nuovi movimenti religiosi, spiritualisti e magico -esoterici (di
impronta o matrice orientale e occidentale, con una forte presenza neopagana)
da una parte, e di medicine, rimedi e metodi di cura non convenzionali,
alternativi o integrativi, omeopatia e agopuntura comprese, dall’altra. Ma
stavolta si va oltre. La controffensiva non si limita a condannare soltanto gli
abusi e gli eccessi illegali, giustamente stigmatizzati, pur se con particolare
veemenza e risalto (rispetto a scandali e truffe di altre categorie) dai media,
limitati peraltro ad evidenti casi di ciarlataneria di bassa lega o isolati
episodi di criminalità pura e semplice, assolutamente estranei, comunque,
all’autentico esoterismo.
Ciò che in qualunque altro settore sarebbe stato considerato una fisiologica
deviazione dei sani principi etici e deontologici, viene preso a pretesto e
strumentalizzato per sostenere una campagna denigratoria, con la chiara
intenzione di fare di ogni erba un fascio e confondere l’opinione pubblica con
la contraffazione della verità , accomunando in un calderone unico il
sottobosco fittizio di un’infima fattucchieria, disonesti mestieranti,
improvvisati saltimbanchi da fiera e venditrici di fumo, maghi bianchi, neri e multicolori, cartomanti,
medium, sensitivi, esoteristi, satanisti o presunti tali (rock satanico
compreso ovviamente, per non farsi mancare niente), e tutta una gamma
di amenità possibili e immaginabili per servire allo scopo. Non solo. In un
delirio di congetture forzate, equazioni capziose e sillogismi campati in aria,
si tenta addirittura di assimilare l’esoterismo al satanismo e al nazismo, in
un unico cocktail, fingendo di ignorare che per l’esoterismo reale Satana
nemmeno esiste e che la Germania di Hitler mise al bando astrologi, veggenti,
maghi e occultisti eccezion fatta per quelli che confluirono nelle S.S. che era
una Confraternita Iniziatica oltre che un elite militare. Il clima di rinnovata
caccia alle streghe, particolarmente
arroventato dal contributo di esorcisti esaltati e demonologi in evidente crisi
di astinenza da rogo, raggiunge punti limite che sfociano in un
devastante ridicolo, quando si arriva a condannare l’innocua e divertente festa
di Halloween e le saghe del Signore
degli Anelli e di Harry Potter in quanto possibili veicoli del terribile
virus occultista nei bambini e negli adolescenti. Vere e proprie chicche
di idiozia .^. Questi sono solo
alcuni esempi, ma potremmo andare avanti a lungo. Così come potremmo rispondere
con argomenti interessanti e altrettanto ben documentati, ad iniziare dagli
scandali sessuali “ particolarmente ripugnanti perché si tratta di un numero
altissimo di casi di pedofilia coperti con milioni di dollari e di euro, che
hanno travolto istituzioni e alte gerarchie ecclesiastiche principalmente negli
Stati Uniti e in Irlanda, i traffici finanziari, le trame e i loschi interessi
di centri di potere molto più occulti di
quell’occulto che si vorrebbe demonizzare e colpire, come già accaduto
in passato. Ma il nostro non vuole essere un atto d’accusa. Soltanto una mirata
e necessaria forma di legittima difesa. Un chiarimento in nome di una Giustizia
che per troppo tempo è stata strumento di inganno e repressione.
Sarebbe l’ora che taluni irriducibili epigoni del sant’uffizio clerico- positivista
si rassegnassero all’idea di una possibile naturale e pacifica convivenza con
l’esoterismo, la magia, l’ermetismo e tutti quei temi che affascinano e
coinvolgono l’uomo dalla classica notte dei tempi. Che si rendessero conto, una
volta per tutte, che l’interesse per il magico, il meraviglioso, il
soprannaturale e occulto, non potrà mai essere
cancellato violentemente da quella piccola o grande parte di umanità che a
queste materie e discipline crede e si dedica liberamente con spirito
indagatore, con passione, con entusiasmo, o con semplice curiosità , nel
rispetto delle leggi e spesso con intenti altruistici e umanitari. Non ci sono
riusciti secoli di terrorismo e fanatismo religioso e politico, guerre,
carestie, dittature e rivoluzioni e ancora oggi, per fortuna, sono molti coloro
che, pur senza godere della protezione di
organismi e associazioni influenti, vi si dedicano con serietà e serenità, sia
esponendosi pubblicamente, sia coltivando le proprie ricerche nella
quieta riservatezza.
Sarebbe dunque auspicabile che certi gattopardi imbalsamati prendessero atto definitivamente di questa realtà inalienabile dai valori di una società di diritto che possa di fatto definirsi tale, nella quale libertà di pensiero e civiltà non corrispondano soltanto a concetti astratti o mere illusioni. L’esoterismo e l’ermetismo magico, nella sintesi dei valori più autentici che esprimono e rappresentano, hanno sempre dimostrato il massimo rispetto per la religione e per la scienza, delle quali, nella visione olistica delle maggiori civiltà del passato, costituivano in perfetta armonia l’elemento cardine. Così come in ogni tempo hanno sempre professato, propugnato e divulgato principi di amore, di conoscenza e di luce. Anche per questo, prima di offendere o calunniare chi ancora oggi si rende interprete e testimone dell’immenso patrimonio sapienziale, spirituale e iniziatico della tradizione arcana, sarebbe quantomeno doveroso ricordarsi degli innumerevoli martiri, dai più noti e illustri agli anonimi sconosciuti per i quali nessuno fino a oggi ha ancora chiesto ufficialmente scusa, che si sono immolati per non rinunciare ai propri ideali, e che con dignità e coraggio hanno affrontato il patibolo o gli strumenti di tortura per difendere il proprio libero pensiero da coloro che volevano imporre con il terrore l’unica verità. Di chi ha sacrificato nobilmente la propria vita per aver coltivato e perpetuato l’amore e la fedeltà nei confronti delle tradizioni dei propri padri o l’appartenenza a un colore spirituale diverso. Alle loro speranze e ai loro sogni cancellati violentemente dedichiamo, con molta umiltà e rispetto, queste pagine. Abbiamo accennato spesso ad Eleusi in questo scritto, che può essere forse considerata la Capitale profanamente più Nota del maggior culto Misterico dell’antichità, sia per la sua portata culturale sia per il numero di persone coinvolte. Esperienza unica nel suo genere, che faceva apparire il dionisismo, una religione per “pochi intimi”. La lunga preparazione e i minuziosi rituali che precedevano la “visione” nel buio del telesterion e che durava mesi e mesi, avevano come obiettivo quello di evitare che si affrontasse l’esperienza eleusina con leggerezza, affinché essa diventasse un’occasione di scoperta di sé e della divinità, esperienza che una volta avuta avrebbe potuto trasformare la vita intera del’iniziato. Allo stesso modo il rigoroso silenzio mai infranto aveva come finalità quella di impedire che persone senza adeguata preparazione potessero procurarsi la stessa esperienza al di fuori di un contesto sacramentale. Eschilo venne quasi linciato solo perché sospettato di aver rivelato qualcosa circa i Misteri. Plutarco (Vita di Alcibiade, XIX) ci ricorda che Alcibiade venne condannato a morte in contumacia per aver profanato i riti, mutilando le statue sacre e scimmiottando i Misteri in compagnia di amici in stato di ubriachezza. Aristofane, in una sua famosa commedia (Nuvole) sembra implicitamente accusare addirittura Socrate di aver tentato di profanare i Misteri, e Carl A.P. Ruck mette in relazione la condanna a morte del grande filosofo non alle sue supposte simpatie per Sparta, bensì proprio al sacrilegio di cui si sarebbe macchiato (Ruck, in Wasson et al., 1986:150-160). Ma il ricordo della “visione” di Eleusi, il suo messaggio misterico, sopravvivono nelle pagine dei grandi Maestri greci, primo fra tutti Platone. Non ci interessa qui entrare in merito alla filosofia di Platone, ma soltanto alla sua possibile figura di iniziato, anche se nessuno può sapere se egli fosse realmente stato un epoptes eleusino: nessuna fonte lo smentisce, ma nessuna fonte lo conferma, anche se essendo egli Ateniese, è abbastanza normale che lo fosse stato. Certo è che Platone, per descrivere la saggezza filosofica e la sua maturazione, fa riferimento all’iniziazione eleusina, in cui si distinguevano visione temporanea (myesis), definitiva (telete) e suprema (epoptia). Le visioni avute sotto effetto del kykeon potrebbero essersi trasformate nella teoria delle “forme” o delle “idee”, che secondo il filosofo contraddistinguerebbero ogni singolo uomo, al pari del suo volto e della sua fisiognomia. Queste “forme” sono descritte come al difuori del tempo e dello spazio, esistenti in un “altrove” che forma gli archetipi di ogni cosa (Wasson et al., 1986:41). Albert Hofmann, in una relazione tenuta al I Congresso Internazionale sugli Stati Modificati di Coscienza tenutosi nel 1992 a Göttingen e pubblicata in Italia da Stampa Alternativa (1993), osservava come i Misteri eleusini abbiano ancora molto da insegnare al mondo contemporaneo, sia nel loro messaggio intrinseco sia per le condizioni (set e setting) in cui avveniva quello che oggi chiamiamo “viaggio”. Ad Eleusi, come presso gli Indiani che ancora oggi usano le piante sacre, preparazione e cerimonie preliminari determinavano le condizioni essenziali per un proficuo utilizzo di queste sostanze. Con una preparazione adeguata, queste sostanze, capaci di modificare la coscienza ordinaria, possono portare ricchi benefici (Hofmann, 1993:15); senza di esse crisi o crolli psicotici anche permanenti possono accompagnare la regressione psichedelica. La psichiatria classica ha spesso messo in relazione la sintomatologia prodotta da una sostanza psichedelica con la sintomatologia psicotica in generale e schizofrenica in particolare, traendo dalla innegabile somiglianza un pretestuoso e moralistico verdetto di condanna. Ma la regressione psichedelica è totalmente diversa dalla regressione patologica riscontrabile nelle psicosi e nelle forme più gravi di nevrosi: la regressione psichedelica è una regressione “creativa”, compiuta sotto il controllo del’Io e al suo servizio, mentre quella psicotica è, per non entrare in un discorso troppo tecnico, indice di disintegrazione del’Io. E’ comunque chiaro che una regressione “creativa” è possibile solo in un individuo con un Io sufficientemente stabile ed elastico, e se le stesse condizioni di stabilità ed elasticità sono garantite, anche l’ambiente esterno, che permette così l’abbandono del controllo della realtà senza grossi rischi. Ecco perché l’uso delle piante sacre è sempre associato, in tutte le culture tradizionali, ad una ritualizzazione dell’esperienza che permetteva di convogliare e integrare l’esperienza stessa in dimensioni psichicamente innocue, globalmente sicure e collettivamente benefiche. Situazione anche questa ben differente da quella attuale, che vede, da un lato i consumatori di simili sostanze utilizzarle in maniera spesso alienata ed alienante, senza una adeguata preparazione, dal’altro una società che criminalizza il loro uso e che in esso vi vede un pericolo sociale. Ma i Misteri di Eleusi ci trasmettono un altro grande insegnamento: al pari del Dionisismo, il culto di Demetra e Persefone ci ribadisce che l’uomo, consapevole o meno, è indissolubilmente legato alla natura; i Misteri rappresentano l’insieme degli sforzi del’uomo per capire la natura, armonizzarsi con essa, penetrarne i segreti, identificarsi con essa. E’ anche significativo che i culti misterici abbiano sempre conosciuto una particolare fioritura in tempi di crisi, quando maggiore è l’insoddisfazione per il modello di vita e di pensiero tradizionali, quando più fortemente ci si pone interrogativi esistenziali a cui le istituzioni ufficiali non sanno rispondere. Nella religione olimpica, quella di Omero tanto per intenderci, gli dei così lontani dagli uomini non erano in grado di soddisfare le domande intrinseche nella natura umana: Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Che cos’è la morte? Omero descriveva l’aldilà come un luogo triste, buio, dove i defunti si aggiravano come ombre; è chiaro che un uomo, indipendentemente dal’epoca storica, dal suo bagaglio culturale e dal suo credo “politico”, non può accontentarsi di una prospettiva così squallida. Similmente il Cristianesimo, con un Dio che troneggia in cielo, distante (e in qualche modo estraneo) dalle vicende umane, che non si “vede” ma al quale si deve credere, non può che alimentare e sfruttare il costante senso di impotenza e il bisogno di protezione insito nel’uomo, in una sorta di relazione edipica (Freud, 1927; 1934-38). Al contrario Eleusi spingeva l’individuo ad una visione unitaria del’esistenza, ad una trasformazione dal’interno del singolo individuo, trasformazione che faceva di questo un “iniziato”, un epoptes, e rappresentava l’eredità e la trasmissione di esperienze accumulate dalle origini del’umanità, il bisogno di superare gli angusti confini della coscienza ordinaria obbedendo a quello che molti Autori hanno chiamato “bisogno d’estasi”. Il messaggio che Eleusi sembra trasmettere anche nella nostra società è ben riassunto dalle parole di Hofmann: “Ancor oggi si pone lo stesso problema della trasformazione di ciascun individuo. Il cambiamento necessario in direzione di una consapevolezza totale, come condizione per il superamento del materialismo e per un nuovo rapporto con la natura, non può essere delegato alla società o allo stato; il cambiamento deve e può aver luogo soltanto dentro ciascun essere umano Sul modello eleusino si potrebbero istituire centri in grado di riunire e rafforzare le molteplici correnti spirituali del nostro tempo che mirano allo stesso traguardo, consistente nel creare i presupposti, tramite una trasformazione di coscienza in ogni singolo individuo, per un mondo migliore senza guerre né catastrofi ambientali, per un mondo abitato da uomini più felici” e più sinceri, ma soprattutto da uomini e donne che abbiano finalmente imparato a camminare sulle proprie gambe senza restare passivamente in attesa di un messia, di un salvatore o di qualche dio umano, alieno o universale che li salvi a buon mercato. Ricordate, come abbiamo più volte scritto che l’importante, nell’esperienza di Vita è Fare, non importa fare bene o fare male, l’importante è Fare, perché chi non Fa non E’, indi non esiste. La manifestazione della Coscienza è l’Essenza della stessa. Per esistere bisogna manifestarsi attraverso il pensiero creativo e quelle che voi potete volgarmente definire come azioni.
Come sempre speriamo che questo Scritto, sia utile almeno a
qualcuno, con la speranza che possa trasmettervi la voglia di cercare sempre il
Nuovo nella Vita, che possa smuovere nel vostro Intimo la Fiamma Eterea della
Vostra Coscienza demolendo i muri dello schema e le prigioni del dogma, nei
quali molti di voi sono stati o si sono rinchiusi. C’è un Universo dentro e
Fuori di Voi, non vi serve altro che la Vostra Volontà, incamminatevi, non è
mai troppo tardi, lasciate le cose futili alla mortalità, procedete a passo
fiero verso l’Eternità, a Noi ci troverete La! In questo testo abbiamo accennato al'uso iniziatico delle sostanze enteogene, come sempre sconsigliamo i Nostri gentili lettori dal cimentarsi in pericolose e al quanto innapropriate sperimentazioni, ricordando che dette sostanze sono illegali nel nostro paese. Abbiamo
scritto poche pagine, incomplete per evitare di ripeterci e per ragioni di
spazio e di tempo, che non vogliamo rubare ai nostri Gentili lettori. Poche
pagine che dedichiamo, a coloro che sanno comprendere e sanno lottare, qualunque
sia la loro posizione nella società attuale, la loro ideologia, la loro stessa
appartenenza alla società alla religione (qualunque essa sia) , allo stato o al
gruppo pseudo iniziatico; che pensano di poter proteggere e difendere non
volendo ancora credere che li abbia traditi e li abbia ingannati. Una dedica
senza illusioni, solo la speranza che se mancheranno i presupposti per una
battaglia intellettuale riescano almeno, nel silenzio delle loro coscienze, a
comprendere ed accettare una parte della Verità, per quanto tragica e terribile
possa loro sembrare. Le “pagine bianche”, le dedichiamo invece ai profani
ciechi, sordi e muti che come le
scimmiette della Tradizione non vedono non sentono, non parlano e NON FANNO. A
coloro che non vedono la Verità, che non odono altra voce che quella dei
“potenti”, delle autorità o delle mediocri false divinità, che non si rendono
conto dell’evidenza neanche quando vi assistono. A voi, ciechi, sordi e muti di
tutte le congreghe, di tutte le confraternite, di tutti gli stati, di tutti gli
immondezzai religiosi ,che formano l’essenza della Cultura Occidentale “morale”;
per voi queste pagine sono scritte con inchiostro “simpatico”: pagine bianche
che non vedrete, che non vi parleranno mai e delle quali mai parlerete. Voi,
ciechi, sordi e muti ignavi del ventunesimo secolo! Un testo di Frater Aliquis Lanz.Con l’approvazione
dell’Arcano Sinedrio dei Saggi, sempre rivolto al Grande Oriente Ermetico dei
Figli di Seth. Con la Tacita benedizione di Chi occhio profano non vede, ma il
cui Occhio Tutto Vede. Ispirati dalla Saggezza dei Fratelli Della Silentium Fraternitas F//\\S Templi Invisibilis Gamma d’Europa (Memento Audi Tacere). Con la Fraterna Vicinanza del Frater Consilii Nerae
Rosae et Argentum Trianguli Sethianibus Ermeticae Sinister Atri (Zenit di Roma
Templi Astarte - Nadir di Venezia Ball Cave) .°. Uskamet Kemat Fash
ShemamPhorash. Tutti i Fratelli e
le Sorelle dell’Antico e Mistico Ordine Osirideo Egizio Sapere,Potere,Osare,Tacere. Zenit di Roma Templi
Universi. A.°.G°.°D.°.G°.°U.°.




Reprimere significa rinnegare la Shakti che si manifesta al sadhaka sotto forma di desiderio, di piacere. Il rifiuto dei piaceri è considerato anch’esso un condizionamento. La via tantrica della “mano sinistra” è realizzata dall’unione sessuale tra due partner scelti dal Maestro. Il rituale tantrico, molto potente e complesso, richiede mesi o addirittura anni e prevede condizioni difficili da realizzare. La pratica al giorno d’oggi non è più eseguita correttamente e si dubita che ci siano ancora Maestri in grado di condurre gli adepti al successo, anzi si sottolineano i gravi rischi che tale via, se condotta sconsideratamente, può arrecare. E’ detto che malattia, follia e morte sono sempre in agguato. I principi della via della mano sinistra Contrariamente alla via della “mano destra” imparentata con le pratiche ascetiche che tendono ad allontanare le tentazioni del mondo, la via della “mano sinistra” ne fa i suoi pilastri. Nello yoga è detto che oltre ad avere una perfetta salute l’adepto deve attenersi ad una triplice regola: tagliare il cibo, tagliare il sonno e tagliare il sesso (controllare e canalizzare l’energia sessuale). Viceversa la via della “mano sinistra” provoca volutamente situazioni tossiche, per estrarne l’essenza nascosta. Tutte le tentazioni, le provocazioni e le situazioni limite sono deliberatamente amplificate. Le pulsioni, le emozioni, i desideri sono accolti liberamente, al di fuori di giudizi e sanzioni. Invece di frenare gli istinti “primari” la dottrina tantrica li rafforza in modo da risvegliare le energie originarie avviluppate nella materia. Perché tutto ciò? Nell’uomo l’istinto più forte, oltre alla fame e alla sete, è quello sessuale, la cui energia è potentissima, ma difficile da canalizzare. Il tantrismo afferma che non si deve contrastare l’energia sessuale, anzi deve essere accresciuta, ma occorre canalizzarla. Dopo aver bandito ogni forma repressiva e colpevolizzante, il tantrismo non predica l’immoralità, il godimento sessuale, al contrario procede ad un’impresa di risanamento interiore, al raggiungimento di un equilibrio attraverso la sublimazione o Sattva: è l’essenza che tende a riunire, ad andare verso l’alto, che tende a sublimare. A sattva sono abbinate: essenza, luminosità. Rajas invece è l’energia, che rimescola, che rotea, che stimola, l’energia che agisce. A rajas sono abbinate: vibrazione, pura energia. Tamas, è la massa, che tende ad abbassare, a far scendere, appesantisce, provoca moto centrifugo e decomposizione. A tamas sono abbinate:inattività, inerzia, massa. Sattva, qualità abbinata a Visnu, colui che mantiene e conserva .Rajas. Qualità abbinata a Brama, colui che crea essendo pura energia. Tamas. Qualità abbinata a Shiva, colui che distrugge affinché Brama possa ricreare. Secondo il tantrismo, infatti, noi umani siamo esseri animico – spirituali, caduti in un corpo materiale, ma è grazie a questo corpo materiale che possiamo riottenere la libertà. La via della mano sinistra del sistema tantrico coincide simbolicamente in modo perfetto con la via secca del processo alchemico e con tutte quelle pratiche gnostico pagane che costituiscono il sentiero Operativo nella Nostra Confraternita e nel Nerae Rosae et Argentum Trinaguli , altra confraternita che insieme all’Antico e Mistico Ordine Osirideo Egizio, e alla F/\S Silentium Fraternitas (Memento Audi Tacere) compongono il Grande Oriente Ermetico dei figli di Seth in Italia; molte volte, troppe, considerate dal nuovo clero iniziatico, talvolta formato da Massoni di dubbia libertà e capacità intellettuali, come pratiche sataniste o contro-iniziatiche, nuova parola che hanno coniato non riuscendo a svincolarsi dagli schematismi, sofismi e dogmatismi dei quali sono la perfetta essenza del ventunesimo secolo. Forse non è un caso che l’istituzione Massonica, verso la quale nutriamo una sincera stima e profondo rispetto e della quale abbiamo già più volte elogiato i non pochi meriti; ricalca oggi più che mai l’ombra delle elite sacerdotali, patriarcali, misogene e monolitiche dalle quali loro stessi hanno salvato l’umanità, ma dal quale spirito e genio settario oggi gran parte dei loro consessi sono posseduti e contaminati.

Sarebbe dunque auspicabile che certi gattopardi imbalsamati prendessero atto definitivamente di questa realtà inalienabile dai valori di una società di diritto che possa di fatto definirsi tale, nella quale libertà di pensiero e civiltà non corrispondano soltanto a concetti astratti o mere illusioni. L’esoterismo e l’ermetismo magico, nella sintesi dei valori più autentici che esprimono e rappresentano, hanno sempre dimostrato il massimo rispetto per la religione e per la scienza, delle quali, nella visione olistica delle maggiori civiltà del passato, costituivano in perfetta armonia l’elemento cardine. Così come in ogni tempo hanno sempre professato, propugnato e divulgato principi di amore, di conoscenza e di luce. Anche per questo, prima di offendere o calunniare chi ancora oggi si rende interprete e testimone dell’immenso patrimonio sapienziale, spirituale e iniziatico della tradizione arcana, sarebbe quantomeno doveroso ricordarsi degli innumerevoli martiri, dai più noti e illustri agli anonimi sconosciuti per i quali nessuno fino a oggi ha ancora chiesto ufficialmente scusa, che si sono immolati per non rinunciare ai propri ideali, e che con dignità e coraggio hanno affrontato il patibolo o gli strumenti di tortura per difendere il proprio libero pensiero da coloro che volevano imporre con il terrore l’unica verità. Di chi ha sacrificato nobilmente la propria vita per aver coltivato e perpetuato l’amore e la fedeltà nei confronti delle tradizioni dei propri padri o l’appartenenza a un colore spirituale diverso. Alle loro speranze e ai loro sogni cancellati violentemente dedichiamo, con molta umiltà e rispetto, queste pagine. Abbiamo accennato spesso ad Eleusi in questo scritto, che può essere forse considerata la Capitale profanamente più Nota del maggior culto Misterico dell’antichità, sia per la sua portata culturale sia per il numero di persone coinvolte. Esperienza unica nel suo genere, che faceva apparire il dionisismo, una religione per “pochi intimi”. La lunga preparazione e i minuziosi rituali che precedevano la “visione” nel buio del telesterion e che durava mesi e mesi, avevano come obiettivo quello di evitare che si affrontasse l’esperienza eleusina con leggerezza, affinché essa diventasse un’occasione di scoperta di sé e della divinità, esperienza che una volta avuta avrebbe potuto trasformare la vita intera del’iniziato. Allo stesso modo il rigoroso silenzio mai infranto aveva come finalità quella di impedire che persone senza adeguata preparazione potessero procurarsi la stessa esperienza al di fuori di un contesto sacramentale. Eschilo venne quasi linciato solo perché sospettato di aver rivelato qualcosa circa i Misteri. Plutarco (Vita di Alcibiade, XIX) ci ricorda che Alcibiade venne condannato a morte in contumacia per aver profanato i riti, mutilando le statue sacre e scimmiottando i Misteri in compagnia di amici in stato di ubriachezza. Aristofane, in una sua famosa commedia (Nuvole) sembra implicitamente accusare addirittura Socrate di aver tentato di profanare i Misteri, e Carl A.P. Ruck mette in relazione la condanna a morte del grande filosofo non alle sue supposte simpatie per Sparta, bensì proprio al sacrilegio di cui si sarebbe macchiato (Ruck, in Wasson et al., 1986:150-160). Ma il ricordo della “visione” di Eleusi, il suo messaggio misterico, sopravvivono nelle pagine dei grandi Maestri greci, primo fra tutti Platone. Non ci interessa qui entrare in merito alla filosofia di Platone, ma soltanto alla sua possibile figura di iniziato, anche se nessuno può sapere se egli fosse realmente stato un epoptes eleusino: nessuna fonte lo smentisce, ma nessuna fonte lo conferma, anche se essendo egli Ateniese, è abbastanza normale che lo fosse stato. Certo è che Platone, per descrivere la saggezza filosofica e la sua maturazione, fa riferimento all’iniziazione eleusina, in cui si distinguevano visione temporanea (myesis), definitiva (telete) e suprema (epoptia). Le visioni avute sotto effetto del kykeon potrebbero essersi trasformate nella teoria delle “forme” o delle “idee”, che secondo il filosofo contraddistinguerebbero ogni singolo uomo, al pari del suo volto e della sua fisiognomia. Queste “forme” sono descritte come al difuori del tempo e dello spazio, esistenti in un “altrove” che forma gli archetipi di ogni cosa (Wasson et al., 1986:41). Albert Hofmann, in una relazione tenuta al I Congresso Internazionale sugli Stati Modificati di Coscienza tenutosi nel 1992 a Göttingen e pubblicata in Italia da Stampa Alternativa (1993), osservava come i Misteri eleusini abbiano ancora molto da insegnare al mondo contemporaneo, sia nel loro messaggio intrinseco sia per le condizioni (set e setting) in cui avveniva quello che oggi chiamiamo “viaggio”. Ad Eleusi, come presso gli Indiani che ancora oggi usano le piante sacre, preparazione e cerimonie preliminari determinavano le condizioni essenziali per un proficuo utilizzo di queste sostanze. Con una preparazione adeguata, queste sostanze, capaci di modificare la coscienza ordinaria, possono portare ricchi benefici (Hofmann, 1993:15); senza di esse crisi o crolli psicotici anche permanenti possono accompagnare la regressione psichedelica. La psichiatria classica ha spesso messo in relazione la sintomatologia prodotta da una sostanza psichedelica con la sintomatologia psicotica in generale e schizofrenica in particolare, traendo dalla innegabile somiglianza un pretestuoso e moralistico verdetto di condanna. Ma la regressione psichedelica è totalmente diversa dalla regressione patologica riscontrabile nelle psicosi e nelle forme più gravi di nevrosi: la regressione psichedelica è una regressione “creativa”, compiuta sotto il controllo del’Io e al suo servizio, mentre quella psicotica è, per non entrare in un discorso troppo tecnico, indice di disintegrazione del’Io. E’ comunque chiaro che una regressione “creativa” è possibile solo in un individuo con un Io sufficientemente stabile ed elastico, e se le stesse condizioni di stabilità ed elasticità sono garantite, anche l’ambiente esterno, che permette così l’abbandono del controllo della realtà senza grossi rischi. Ecco perché l’uso delle piante sacre è sempre associato, in tutte le culture tradizionali, ad una ritualizzazione dell’esperienza che permetteva di convogliare e integrare l’esperienza stessa in dimensioni psichicamente innocue, globalmente sicure e collettivamente benefiche. Situazione anche questa ben differente da quella attuale, che vede, da un lato i consumatori di simili sostanze utilizzarle in maniera spesso alienata ed alienante, senza una adeguata preparazione, dal’altro una società che criminalizza il loro uso e che in esso vi vede un pericolo sociale. Ma i Misteri di Eleusi ci trasmettono un altro grande insegnamento: al pari del Dionisismo, il culto di Demetra e Persefone ci ribadisce che l’uomo, consapevole o meno, è indissolubilmente legato alla natura; i Misteri rappresentano l’insieme degli sforzi del’uomo per capire la natura, armonizzarsi con essa, penetrarne i segreti, identificarsi con essa. E’ anche significativo che i culti misterici abbiano sempre conosciuto una particolare fioritura in tempi di crisi, quando maggiore è l’insoddisfazione per il modello di vita e di pensiero tradizionali, quando più fortemente ci si pone interrogativi esistenziali a cui le istituzioni ufficiali non sanno rispondere. Nella religione olimpica, quella di Omero tanto per intenderci, gli dei così lontani dagli uomini non erano in grado di soddisfare le domande intrinseche nella natura umana: Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Che cos’è la morte? Omero descriveva l’aldilà come un luogo triste, buio, dove i defunti si aggiravano come ombre; è chiaro che un uomo, indipendentemente dal’epoca storica, dal suo bagaglio culturale e dal suo credo “politico”, non può accontentarsi di una prospettiva così squallida. Similmente il Cristianesimo, con un Dio che troneggia in cielo, distante (e in qualche modo estraneo) dalle vicende umane, che non si “vede” ma al quale si deve credere, non può che alimentare e sfruttare il costante senso di impotenza e il bisogno di protezione insito nel’uomo, in una sorta di relazione edipica (Freud, 1927; 1934-38). Al contrario Eleusi spingeva l’individuo ad una visione unitaria del’esistenza, ad una trasformazione dal’interno del singolo individuo, trasformazione che faceva di questo un “iniziato”, un epoptes, e rappresentava l’eredità e la trasmissione di esperienze accumulate dalle origini del’umanità, il bisogno di superare gli angusti confini della coscienza ordinaria obbedendo a quello che molti Autori hanno chiamato “bisogno d’estasi”. Il messaggio che Eleusi sembra trasmettere anche nella nostra società è ben riassunto dalle parole di Hofmann: “Ancor oggi si pone lo stesso problema della trasformazione di ciascun individuo. Il cambiamento necessario in direzione di una consapevolezza totale, come condizione per il superamento del materialismo e per un nuovo rapporto con la natura, non può essere delegato alla società o allo stato; il cambiamento deve e può aver luogo soltanto dentro ciascun essere umano Sul modello eleusino si potrebbero istituire centri in grado di riunire e rafforzare le molteplici correnti spirituali del nostro tempo che mirano allo stesso traguardo, consistente nel creare i presupposti, tramite una trasformazione di coscienza in ogni singolo individuo, per un mondo migliore senza guerre né catastrofi ambientali, per un mondo abitato da uomini più felici” e più sinceri, ma soprattutto da uomini e donne che abbiano finalmente imparato a camminare sulle proprie gambe senza restare passivamente in attesa di un messia, di un salvatore o di qualche dio umano, alieno o universale che li salvi a buon mercato. Ricordate, come abbiamo più volte scritto che l’importante, nell’esperienza di Vita è Fare, non importa fare bene o fare male, l’importante è Fare, perché chi non Fa non E’, indi non esiste. La manifestazione della Coscienza è l’Essenza della stessa. Per esistere bisogna manifestarsi attraverso il pensiero creativo e quelle che voi potete volgarmente definire come azioni.


"I pensieri sono azioni e sono i figli del
rapporto raggiunto fra il mentale e l’ anima, e hanno la loro relazione con lo
spirito e il piano di esistenza dell’ anima, come lo hanno sul piano fisico o
terreno. Ciò che una persona pensa continuamente, lo diventa, ciò che si tiene
caro nel cuore e nella mente diventa una parte della pulsazione del proprio
cuore." (Edgar Cayce)
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